Domenica pomeriggio

Morbida difende il viso
dal vento e dalla pioggia,
dagli alti raggi del sole.
 
E la tua mano vicina?
Non la respingo,
nessuna carezza ormai ricevo.
 
Invece la stringi forte
attorno al mio cuore.
Indifeso…
 
Sentirla è un dolce dolore,
da tagliare, radere,
come la barba dal volto…

Parolando…

Aggiungere parole dopo parole…
per riempire gli spazi.
 
Una linea dopo l’altra,
per tessere una tela.
 
Fili s’intrecciano,
come mani che si cercano,
che si trovano.
 
Non trovano che stanchi rami
spinti da un vento che sa di primavera:
solo un ragno penzola pigro…
 

Tanto per scrivere…

Devo scrivere qualcosa…  vorrei scrivere qualcosa.
Alessio mi ha "accusato" di non scrivere qualcosa già da troppo tempo… in realtà di cose da scrivere ne avrei parecchie.
Manca solo l’occasione propizia per scriverle.
E anche ora non lo è.
Intanto le lascio decantare: le buone dalle cattive, ecco, ne avviene la separazione!
Magari alcune si cristallizzano.
Altre infine evaporano.
 
 
Di molte invece vorresti solo la loro sublimazione…

Andando

Portami,
portami via…
Lontano da te,
ovunque io mi trovi.
Portami via.

Senza accorgerti di nulla

Anche stanotte ti aspetto al varco
tra un giorno che passa ed uno che arriva.
 
Ti coprirò per il troppo freddo,
spegnerò la luce che hai lasciato accesa.
 
Ti guarderò, osserverò i tuoi movimenti notturni,
strani, imprevedibili, improvvisi.
 
Nella tua agitazione ti sussurerò
parole nuove per farti calmare.
 
E stringerò la tua mano,
per poi lasciarla andare…
 

Non ho smesso di parlarti

Mai come ieri ti ho pensato muta,
statua antica ritrovata, rovinata dal tempo,
riportata allo splendore del passato.
 
Muta. Col tuo viso volto ora ad occidente,
mi hai ascoltato nel tuo silenzio marmoreo,
bianco, lucido, riflettente.
 
Hai ascoltato le mie parole,
fatte di me, intrise del mio dirti:
ancora una volta, quanto è in me.
 
Muta. Coi pensieri volti ad altro,
col cuore chiuso, pulsante,
dentro la gelida pietra.
 
Poi hai ascoltato.
Hai raccolto le mie parole,
nella tua forma statica.
 
Come una statua di marmo
non hai aperto bocca…
 

Risveglio notturno

Di dare tempo al tempo
non ho più tempo…
ed è già tempo di dare corda
all’antico pendolo…
 
Vibrano pesanti i suoi rintocchi:
tre rintocchi… li senti?
tre rintocchi… dong, dong dong!
Ed è già ora!

Pensiero per Fabrizio

Scendi tra noi
impastato di pane e d’umanità,
in attesa di una risposta,
ad una domanda, la tua,
che non c’è, che è… è!
 
Dio che non esisti più,
che non sei più al mondo,
ascoltami!
 
Ora si, conosco la risposta!

Mani

Mani aperte le tue
vanno incontro alle mie…
vicino al cuore le stringi,
diventano pugni.
 
E indifferente superi
il mio apparente stupore.
 
Guarda le mie ora,
ruvide, spaccate dal freddo,
lontane dal tepore delle tue.