Ancora Bonhoeffer…

Come verrà la pace? … Non per la via della

sicurezza. La pace infatti dev’essere osata,
rischiata, e non può mai essere assicurata. La
pace è il contrario di un dispositivo di sicurezza.
Esigere sicurezze significa nutrire diffidenza, e
questa diffidenza genera di nuovo la guerra.
Cercare sicurezza significa volersi proteggere.
Pace significa consegnarsi totalmente al
comandamento di Dio.
 

D. BONHOEFFER. Cit. in un giorno una parola, Claudiana, Torino 1997, 261

Il passato secondo Bonhoeffer… e secondo i miei fantasmi…

Ho trovato una "brevissima" riflessione di Dietrich Bonhoeffer all’interno di una lettera scritta alla sua fidanzata alla fine di aprile del 1944.
Una riflessione che sposo ben volentieri, una riflessione che lascio sposare con i miei "fantasmi"… e credo che un po’ tutti ne abbiamo, chiamateli fantasmi, chiamateli scheletri dentro l’armadio, chiamateli come volete, chiamateli semplicemente passato…
 
"…Ultimamante hai scritto che serve ben poco che qualcosa di passato sia stato buono e bello, una volta che è passato. Anch’io l’anno scorso, e in particolare all’iniizio, ho combattuto spesso con questo pensiero. Ma ho capito che è molto pericoloso e sbagliato, e che quindi non bisogna dargli spazio. Non dobbiamo perdere il nostro passato, esso ci appartiene e deve rimanere un pezzo di noi, altrimenti precipiteremo nell’insoddisfazione o nella malinconia. Dobbiamo continuamente far passare tutto ciò che è passato attraverso il bagno purificatore della riconoscenza e del pentimento. Certo, è passato, ma è il mio passato, e come tale esso resta attuale attraverso la profonda e disinteressata gratitudine per i doni di Dio e attraverso il pentimento per il nostro essere imperfetti, con cui ogni volta roviniamo questi doni. Così possiamo pensare al passato senza tormento, anzi, traendone ogni energia. Su tutto ciò che è passato sta la bontà di Dio e il perdono di Dio."
 
Meditare…

Succede anche ad Anna…

Esistono fatti, eventi, mutamenti,
che passano, scorrono, mutano…
 
Come quelle domande che spesso ci poniamo
che non hanno risposta alcuna.
Rimangono domande che rimandano a risposte che non troviamo.
 
Domande che saranno per sempre domande.
Risposte che comprendono l’unica Risposta.
 
E tu?
Rimani in cerca di…
della tua perduta felicità.
Ma ci vuol poco ad essere felici…

Pensieri Cerdici – Parte seconda?

La domanda sorge spontanea: questo sarà la continuazione di quanto ho scritto nel mio precedente intervento?
Sicuramente no.
Sicuramente, posso ben dirlo, è un NO perché le condizioni al contorno sono cambiate (cosa importante per chi è immerso in un liquido fatto di numeri, geometria e fisica).
Le condizioni mutano: non essendo più in presenza di dati sperimentali allineati ai precedenti lil risultato della nostra osservazione sarà "leggermente" differente… allora… beh, le mie riflessioni saranno bene altre. Magari saranno anche più brevi… Contenti?
 
Riflessioni… la prima è dedicata a chi pensa ci sia una differenza tra l’ultimo e il penultimo. In effetti mio caro F non c’è nessuna differenza, solo piccole correzioni dal punto di vista grammaticale e/o ortografico. Tutto qua. L’essenziale è ancora una volta visibile solo ai tuoi occhi…
 
Gente che va gente che viene… poco importa! Questa potrebbe essere la mia seconda riflessione-spiegazione. Non importa cosa facciano le persone che vogliamo bene… possono andare e venire dalla nostra vita, una, dieci, cento, mille volte… Poco importa! D’altra parte operando in noi un radicale cambiamento sul piano dell’esistenza, si può ben affermare che il nostro Bushido ora è altro. Bel gioco di parole il seguente: è altro perché Altro comincia a muovere i suoi passi in modo più manifesto! e da parte mia aumenta la mia consapevolezza di cotanto peso… Dolce peso da condividere con tutte le persone che amo: amici o nemici, non importa! Il nostro amore ora è Altro, è Amore!
 
Parole… il terzo punto riguarda l’uso delle parole…
Meglio non parlarne.
 
Quarto… la speranza. Ne sono sicuro, non muore! E sono sicuro che chi sta operando in situazioni difficili ha proprio bisogno di sentirsi dire determinate cose… e anche se siamo lontani… è proprio allora che siamo vicini!
 
Quinto… la mia credibilità… dove finisce? anzi dove inizia? spero cammini di pari passo con la mia coerenza…
 
Altro da dirvi… non so… non lo so… spero di non incontrare in sogno i miei fantasmi…
 
Notte!
 
 

Pensieri Cerdici – parte prima…

Posso dire che ho sempre pensato il classico riposino pomeridiano come un qualcosa di una certa “inutilità”, cosa dettata dalla sua imposizione che arrivava in quei pomeriggi estivi, durante i quali, io e mio fratello, privi ormai dei compiti da fare, risultavamo essere solo del rumore di fondo, per chi come mio padre, dopo un’intensa giornata lavorativa, pensava di dover riposare.
Ritrovarsi invece ora a dormire per ben tre quarti d’ora, in un sabato di maggio, durante la missione del Seminario a Cerda, non nasconde più la sua utilità, ma è resa manifesta dalla mole di cibo che abbiamo ingerito a pranzo, dopo aver camminato in lungo e in largo per le vie del paese.
È così tempo di riposo che serve a caricare le pile, come nei nostri moderni telefonini, che per l’uso smodato che ne facciamo non durano più di 24 ore… è un riposare che serve a ritrovare la giusta via, la giusta misura del tempo, tempo che non è tolto alla nostra esistenza (solo perché dormendo ci priviamo di poter fare qualcosa per noi e per gli altri), ma è tempo che è ridonato agli altri e a noi stessi con la nostra buona volontà certamente più docile poiché più riposata.
Frutto così del tempo “rubato” alla vita, anzi recuperato con il sonno, è dato, ad esempio, da queste parole che ora state leggendo: se non mi fossi riposato e svegliato per tempo non avrei avuto modo di mettermi davanti al pc e lasciare, che come al solito, fluissero da me verso la tastiera quelle parole, quei pensieri e quelle emozioni, che nero su bianco si concretizzano sul monitor.
Parole, pensieri, emozioni, che sono il frutto non soltanto di un piccolo riposo, ma soprattutto di un tempo trascorso con me stesso, con la mia realtà profonda e nascosta agli occhi dei più, velata da un velo che io stesso ho steso… Portarvi dietro al velo, ho svelare il velo, è un compito arduo, perché è come mettersi a nudo davanti ad un dottore che non si conosce, non il nostro dottore, non chi ci conosce, ma chi non conosce la nostra storia, chi è, però in grado di aiutarci ad affrontare quanto avverrà in futuro nel migliore dei modi possibili.
Ed i pensieri che sembravano chiari e lucidi ora diventano confusi e stentano ad uscire, prendere forma e consistenza: un piccolo sforzo ed ecco il primo… il pensiero che riguarda la nostra felicità. Parlare della propria felicità è parlare della propria vocazione alla vita, è parlare della semplice verità che riguarda noi stessi, il nostro comune destino ad essere felici. Un “destino” il nostro che passa attraverso le difficoltà della nostra vita, difficoltà che sempre più spesso siamo noi a far insorgere e che siamo bravi poi a complicare… Felicità la nostra che passa anche dal desiderio di vedere i nostri compagni di viaggio felici, in viaggio con loro verso la felicità eterna. Però su questo tema, di vedere la nostra felicità legata necessariamente legata alla felicità altrui, in un rapporto di proporzionalità diretta, proprio questa cosa non mi va giù. Credo sia più importante realizzare la nostra felicità, non disprezzando quella altrui, ma intanto credendo un po’ più in noi stessi, essere noi stessi portatori di luce in un mondo che è avvolto nelle tenebre. Lasciare ovvero che la nostra speranza, la nostra felicità interiore, sia sempre più manifesta non solo al nostro cuore ma al cuore degli uomini che il Signore pone e porrà lungo il nostro cammino. Felicità la nostra che dovrà essere conquistata con il sudore della fronte, felicità che abbiamo a portata di mano, felicità che non riconosciamo… felicità che è una metà che raggiungeremo! Poiché, in fondo, siamo destinati ad essere felici!
Non voglio annoiarvi, non è nelle mie intenzioni usare parole solo per riempire il foglio: se scrivo è solo perché non devo lasciare vuoto lo spazio che ci separa… come dire che le mie parole possono essere un valido ponte tra voi che leggete e me, piccolo pensatore, che ha tante cose da dirvi, anzi da condividere. E se un aspetto da non sottovalutare è la felicità, un criterio di fondamento della felicità è l’adesione coerente al progetto di vita al quale siamo chiamati… progetto, chiamata, termini che sembrano distanti dalla realtà che ci investa con le sue seduzioni, termini che hanno un’aderenza alla realtà più grande di quel che si possa immaginare. Aderenza, coerenza: è il sentirsi responsabilmente parte attiva nel progetto che il Creatore ha per ognuno di noi, è il riconoscersi debitori, è il nostro non arrendersi ai piccoli insuccessi quotidiani, è attraverso tutte queste cose che in pienezza di vita, in santità, possiamo giungere al nostro compimento di essere umani, essere uomini e donne in cammino.
Uomini e donne. Essere chiamati ad amare, sempre e comunque. Rispondendo a quella domanda che è nel nostro cuore non solo con le parole, ma con la nostra vita spesa e partecipata al mondo, vita spezzata e donata agli altri, risposta nella vita che è suscitata dalla Parola che è ascoltata, Parola, vissuta… e poi ridonata nelle nostre opere.
Parola che suscita in noi le risposte ai tanti interrogativi che ci siamo un giorno posti e che poi abbiamo semplicemente accantonato…magari per inseguirne altri di interrogativi… che siamo bravi, avere già una scrivania in disordine e volerne una ancora più grande convinti di poter gestire meglio il contenuto… ed in realtà trovare una scrivania più grande con un disordine maggiore… bravi, veramente bravi!
E la Parola pronta ad interpellarci: diversamente è come se rimanesse sospesa nel tempo e nello spazio e noi come se divenissimo solo delle piccole formiche oberate nel lavoro quotidiano…

Inutilità…

Se qualcuno di voi è ancora propenso a parlarmi dell’inutilità della luna dovrà vedersela con me di persona!
Inutilità della luna di giorno però… la notte almeno, quando è piena, risplendendo della luce del sole, illumina le strade poche illuminate che percorriamo… ma di giorno, alta nel cielo, gigante, a cosa serve? a chi potrà mai servire?
Direttamente, da un punto di vista utilitaristico, servirà a ben poco… ma guardarla e meravigliarsi…. Questo si che "serve"!
Serve a portare continuamente la meraviglia nella nostra vita, continuamente tornare con Ciaula a scoprire la luna!
A che serviranno poi i ricordi che affiorano nella nostra mente quando meno li aspettiamo? o quando ciclicamente vengono a farci "gradevole" visita? oppure gli anniversari di fatti e avvenimenti che hanno segnato la nostra vita, fatti e avvenimenti vissuti con un’intensità notevole per noi e ben poca da chi li ha condivisi con noi in prima istanza…
Non saranno certo "inutili" come la luna…
Tutte queste cose avranno di certo una loro "utilità". Ma non voglio parlarne più in termini utilitaristici.
Tornando a casa, solo in macchina, ne ho approfittato per pensare: come se di solito non lo facessi. Ma è stato solo nel "silenzio" apparente di un viaggio di ritorno in autostrada, che buona parte delle "cose" si è scremata, affiorando in superficie. Scremata, quasi un velo da togliere via. Mi sono accorto che viaggiando, tornando verso casa, la mia mente compiva anch’essa un viaggio a ritroso nel tempo, ad anni fa, parecchi anni fa, un viaggio nel mio passato, il mio passato che è solo mio, e pescando qual e la, sono ritornati i momenti di un primo maggio antico quanto la luna, quando ancora non sapevo bene chi fossi ne verso cosa stessi andando (forse meglio sarebbe dire verso Chi…). E tutto questo grazie alla luna! Si, il filo rosso che mi ha unito al passato è stata la luna: attratto da un ricordo, una ciclicità annuale, che è arrivata anche quest’anno.
Ma è un ricordo che è stimolo per andare avanti, superare, rimpastando la propria vita per lasciarla modellare da Altro, tutt’altro che altro…
Ricordi… tanti, bei ricordi… come quella passeggiata sotto la luna, a parlare, parlare e poi ancora parlare… o momenti di preghiera condivisi con tanti amici… le risate, tante, con quegli amici che non vediamo da tempo, amici che fanno parte di quella comunità che un giorno, se il progetto del Signore è questo, ci sarà riconsegnata…
Giorni passati per… e si affollano in me, se prima riuscivo a farli decantare, ora i ricordi si affollano…
 
Si avverte il peso, la gravità! Ed è come poter camminare a pochi passi da terra e sentire allo stesso tempo la gravità di un pianeta più grande di quello che abitiamo da anni…
Il peso, la gravità… le persone che ti spingono con gli occhi, quelle che ti dicono che stanno puntando su di te, mentre sai bene che se c’è qualcuno che scommette su di te da una vita, la tua, quello è qualcun’Altro…
 
Poi, mentre sei in auto (altre volte fantasticandoci sopra), puntualmente, ripassi dallo stesso palazzo, e fai caso sempre allo stesso balcone, una pomelia si affaccia da un quarto piano, dall’altra parte la serranda è abbassata… non vedi mai nessuno affacciato, forse vi passi poche volte, forse in quella casa non ci abitano più da tempo… O forse è una casa che non è mai stata abitata, una casa piena di polvere, che hai "vissuto" solo in un film, una visione, un sogno…
 
E poi mi vengono a parlare dell’inutilità della luna…

In alto

Mi hanno parlato della tua inutilità,
del tuo apparire pallido,
quando in alto spunta anche il sole.
 
Tu accanto, lì fra le nuvole…
che fai? tra loro ti nascondi,
batuffoli bianchi distratti.
 
Prima o poi calerà la notte,
e lo sento, lo sento,
tornerai a splendere in me…
 

Colui che cercate…

… non è più qui!
Il Signore è risorto!
 
Camminiamo ora allo splendore della sua luce!
 
Santa Pasqua a tutti i miei lettori, assidui e non, a tutti quelli che mi hanno contattto e che attendono ancora risposta,
a tutti quanti i vostri familiari, amici e conoscenti.
Santa Pasqua agli amici ed ai nemici!
 
Max Lo Chirco

Dell’Amore come il tuo

Amare in modo libero…
è forse potersi abbracciare,
sentirsi vivi tra le nostre braccia.
 
Riconoscere ancora una volta nei nostri occhi
il profondo desiderio di vivere
non tra le braccia di uomini
ma solo nel cuore di Dio…