La foto più bella che ho scattato la devo ancora scattare. Credo sia un primo piano. Il mio. Un primo piano che possa mostrare chi sono realmente. Cito mio fratello che cita
Algirdas Greimas: "Ogni apparire è imperfetto". Qualsiasi foto scatterò resterà sempre imperfetto il mio apparire. E il mio essere?
Già il mio essere?
Il mio essere è semplicemente la vittima del mio stesso essere, ut nomen, ut verbum.
Credo sia più opportuno volare basso: due parole mi accompagnano da ieri, due parole incontrate per caso.
Obbedienza, servizio.
Obbedienza fa sempre "rima" con pazienza e resistenza. Servizio non fa solo rima con inizio. Non è questione ne di rime ne di canzoni.
Va solo messa in discussione la chiamata che abbiamo ricevuto e portiamo nel grembo.
Beato non tanto il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte, piuttosto "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica".
Ritornano le due parole, obbedienza e servizio. Obbedienza nelle difficoltà. Sempre. Confidare nel Signore e fare il bene.
Solo il Signore esaudirà i desideri del cuore. Desideri. Quali?
Da grande farò il fotografo: ops sono già grande?
Il fotografo: le foto ancora da dare, quelle da sistemare, quelle solo da stampare. Di nuovo le foto. La foto più bella?
Si è persa nel laboratorio. Qualcuno ci ha creduto e non mi ha chiesto più le foto che voleva…
Una signora chiede continuamente la stessa cosa:
"Posso fare una telefonata? devo chiamare le mie figlie…!
Ma loro non possono chiamare?
Già, non possono chiamare? non possono mandare un sms? forse perché lei è senza cellulare?
non può mandare un messaggio di risposta?
Obbedienza. Sempre e comunque.
In guerra la cosa più intelligente da fare è disubbidire agli ordini. Anche un idiota può infatti eseguirli.
Obbedire. Ma non sono in guerra. O forse si: con me stesso.
Una guerra che è come la matematica: più tendiamo verso l’infinito più dobbiamo essere piccoli, fino a diventare uno zero…
Diversi tipi di infinito: l’Infinito. Abbassarci per fare posto a Lui nella nostra vita.
Interrogarsi. Nel silenzio restare muti ad ascoltare le risposte. Tradurle con la nostra vita.
In un canto gioioso e melodioso con le nostre voci stonate.