Deserto

– Hai compreso bene quello che ti ho detto?

– Si, hai detto che il deserto è da attraversare!

– Ricordatelo sempre, non fermarti più del dovuto, del necessario, attraversalo.

– Si, lo attraverseró passo dopo passo, sapendo che per quanto inospitale possa essere, lì il Maestro ha vinto…

– Si, ha vinto contro le tentazioni, facendosi forte con la Parola… Sarai forte anche tu?

La Xansiar

Quando arrivai qui ero uno tra i tanti.

Sarei potuto essere anche un chicco di riso, in una busta sottovuoto, magari per fare un bel risotto.

Ero in mezzo agli altri, non ero solo, sentivo il senso di un viaggio bello, di quelli che ti toglie il fiato, un viaggio senza miraggi, capace di portare al cuore così vicino tutti gli orizzonti lontani.

Su quella nave c’ero io, non più chicco ma marinaio, insieme ad una ciurma fatta di buone speranze, equipaggio pronto a solcare lo spazio profondo, verso stelle mai viste, capace di affrontare le tempeste magnetiche più forti.

Io c’ero quel giorno, quando la cima dell’ormeggio fu lasciata… io c’ero.

Ricordonil rumore grave della presa gravitazionale, per un attimo avevo temuto che potesse rompersi il bacino di Alpha 3P4.

Dopo quel rumore poi tutto andò liscio come lolio.  E così partì.

Prima chicco, poi marinaio, il viaggio aveva avuto inizio. Altro che mari lontani, solo il vuoto dello spazio intorno a me.

Fino a che quel vuoto è entrato in me.

Mi sono chiesto tante volte se sapevo la direzione, se la conosceva il capitano, soprattutto chi fosse ancora il capitano.

Una volta partito continuai a domandarmi anche il senso del viaggio, la meta, il tempo, le provviste, l’equipaggio…

Sembrava che tutto stesse andando bene, poi poco alla volta, iniziarono a sparire i membri dell’equipaggio.

Dove andavano? Erano nascosti dentro? Si lanciavano dalle camere dei siluri? Chi li spingeva? Erano loro a decidere di farla finita? C’era qualcosa o qualcuno che li aveva presi di mira?

Anche ora… non sentite come me questo respiro gracidante? Ansima, respiro pesante… io lo sento e voi? Sembra interrompersi, poi ricomincia. Mi chiedo se mai smetterà, se riuscirò a prendere sonno, forse sto già dormendo, tutto questo è soltanto un sogno…

Forse no, non può essere, ogni giorno la sveglia è puntata allo stesso orario, abbiamo mille cose da fare qui sulla Xansiar, ognuno ha il suo compito, è questione di responsabilità, collaborazione, altrimenti tutto sì ferma e non andiamo da nessuna parte.

Che strano… Mi sembra di essere proprio il capitano. Ma non sono io il capitano. Me lo hanno detto fin da quando mi sono arruolato nella Guardia Spaziale: “Lei sarà un marinaio, non potrà mai essere altro”.

Non sono il capitano, qualche volta vado oltre e faccio pensieri da capitano. Io non sono il capitano. Sento però delle voci, sento un respiro gracidante. Non altro. Forse perché sono solo. Forse sono rimasto solo io sulla Xansiar.

Dove sono gli altri? Perché sono solo? Dove sono gli altri, perché sono solo? Mi sembra solo di impazzire…

***

La Xansiar fu trovata non lontano dal bacino di Alpha 3P4. Il suo viaggio era appena iniziato e subito era scomparsa. Dove era finita? A bordo fu trovato solo un diario digitale con queste parole che avete letto. Nessuna traccia di superstiti.

Lacrime

Era da un po’ che non ti facevi vedere da queste parti… e come la prima volta che ti ho visto, forse la seconda, anche oggi ti sei messa a piangere.

Hai pianto.

Sei rimasta in fondo, in silenzio, piangendo… tant’è che quando mi sono avvicinato mi hai chiesto pure un fazzoletto, ed io ti ho dato il mio…

Ora mi chiedo quanto è necessario piangere davanti a Te. Vorrei farlo pure io, per portare fuori il dolore mio, quel peso che mi è dato dagli altri. Piango senza lacrime. Ti guardo, sorrido, dico di piangere senza lacrime.

Continuo a restare qui, in silenzio.

Allora perché mai piangiamo?

Perché mai non riusciamo a trattenere le lacrime?

Perché gli altri piangono ed io non riesco a farlo davanti a Te?

Se potessi avere una lacrima soltanto, solo una per quello che ho dentro… se solo riuscissi!

non sono forse scritte nel tuo libro?

Nel frattempo che aspetto l’arrivo delle lacrime Ti guardo. Come se Tu non conoscessi già tutto di me!

I passi del mio vagare tu li hai contati,

nel tuo otre raccogli le mie lacrime:

Sai ogni cosa di me. E ti narro ancora di me!

Questa sera tra le altre una sola cosa ti chiedo però con insistenza… Ti chiedo di farmi dono delle lacrime!

Voglio piangere, qui davanti a Te…

Tempo di pausa

Non è un arrivederci, non è nemmeno un addio.

È un tempo di pausa.

Per qualche settimana, un mese o forse due, non ci sarà quel momento per me bello, anzi bellissimo, dell’Adorazione Eucaristica.

Prima un’ora, poi due, cercando di portare avanti un’iniziativa che riuscisse a dare respiro, una pausa, tra i tanti affanni dei mille passi da compiere ogni giorno.

Egoista, chiamatemi così… fin dall’inizio sono stato egoista.

Un tesoro di grazia, uno scrigno aperto intanto per me… eh si, per questo sono egoista!

Lo facevo per me, l’ho fatto sempre per me.

Perché ho sempre ritenuto necessario, indispensabile, fermarmi davanti a Lui.

Nel silenzio, quando possibile, con l’odore buono di incenso nell’aria, una nuvola di fumo che sale al cielo come preghiera…

Alcuni si sono avvicinati e hanno vissuto con me questo silenzio… altri non hanno compreso, altri ancora con troppi impegni non si sono mai fermati…

Eppure io quel Vangelo di Giovanni ce l’ho scolpito dentro, forse un marchio profondo: “Senza di me non potete far nulla”.

Ogni volta che ho potuto mi sono fermato per presentarmi con il mio poco, pochissimo, quello che sono riuscito a fare dicendo sempre: “È grazie a Te se sono riuscito in questo!”.

Senza di Te non avrei mai fatto nulla… davanti a quel poco non mi hai mai rimproverato… ho sentito il Tuo sguardo d’amore e di pace trafiggermi il cuore…

Davvero bello questo tempo insieme!

È vivere il mio tempo eternamente in Te!

Ora però che ho messo in circolo le mie parole posso riprendere a stare in silenzio davanti a Te…

Prego in questo silenzio perché chi è nella prova Ti possa sentire accanto a sé…

 Ti prego per me, per quanti poni sul mio cammino.

Ti prego perché possa continuare a vivere restando sempre alla Tua presenza…

Perché?

Mi interrogo davanti a Te sul senso del nascere, del vivere, del morire…

Mi chiedo sempre perché il giusto muoia giovane,
mentre l’empio colui che cammina lungo vie non buone prosperi fino a tarda età…

Ti affido Giampiero, a 41 anni, per un malore improvviso lascia la moglie e i due figli, i genitori, il fratello Francesco con la moglie Cristina, i nipoti…
Lascia questo mondo, per un malore improvviso.

Perché il giusto muore giovane?
Perché non lasciare che nel tempo veda con la moglie i figli crescere?

Io me lo domando davanti a Te.
Lo domando a Te.

Spiegami Tu il perché…

Davanti a Te…

Stava da solo in chiesa, un prete come tanti, un uomo come tanti altri.

Stava da solo, in silenzio, pregava davanti a un altare sul quale era riposto l’ostensorio con il Santissimo Sacramento.

La sua fede, fatta di tante cose piccole accumulate nel tempo, aveva trovato in quel momento di silenzio uno dei momenti più belli e aspettati della settimana.

Stare li, con il suo Signore, ascoltando in silenzio quanto aveva ancora da dirgli, nello stesso silenzio raccontargli a bassa voce degli incontri, delle storie, dei successi e dei guai…

 

Eccomi sono qui! Rimarrei così tutto il giorno, la sera, la notte. Un granello di incenso, una fiammella danzante, le luci e le ombre… sono qui, eccomi!

Cosa hai da dirmi oggi? Di chi vuoi parlarmi?

Posso dire tutto? Ma tu già lo sai! Sei con me tutti i giorni!

Però dimmele le cose! Dai, racconta pure…

Siamo solo io e Te… leggile dentro me!

No, no, dille tu, anche a bassa voce…

Ti parlo di lei allora…

Parlami di lei…

Ti parlo di lei perché sembra non le vada mai bene niente, perché mi sembra stanca e confusa…

Ah si? Non lo immaginavo…

Ti parlo di lei perché a volte la sento piangere, fragile e triste, lei piange…

E tu cosa fai?

Rimango li, triste con lei… cerco di tirarla su. E poi fugge…

E tu cosa fai quando va via?

Io l’aspetto! Senza dire niente, senza giudicare, senza aggiungere o togliere nulla… l’aspetto! Perché così come l’ho incontrata, così so che tornerà.

Anche io faccio così con te.

Lo so e so che hai già compreso di chi sia quell’anima…

È la tua, lo so che è la tua… poco però importa di chi sia, di chiunque sia, so che tornerà a me…

E poi le cose, le case…

E così che funziona… I rumori, le cose, le case, marmitte bucate, la pioggia, le sirene, gli allarmi, la musica lontana, campane scordate, macchine veloci, macchine lente… E poi di nuovo, i rumori, le cose, le case, marmite bucate, ossa scricchiolate, allarmi, musica lontana, passi silenziosi… E poi… La Pace.