«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
e dopo averTi trovato, cercarTi ancora…
“sarà che tutto cambia da sempre
saranno questi giorni
che continuano a sfiorarci
non smetterò di cercarTi...“.
***
“Non smetterò di cercarti”, Il nucleo, Io prendo casa sopra un ramo al vento, Warner Music Italy 2008
II Domenica del Tempo Ordinario
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Ascolta qui l’omelia!
Buon compleanno!
Grazie Signore!
Un altro anno di vita in più sul calendario!
Nel tempo della pandemia guardo i pezzi della mia vita che nel tuo silenzioso costruire hai messo insieme…
Grazie per ogni giorno, grazie per il dono della vita, grazie per ogni momento vissuto nell’Amore!
♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️
12 gennaio 2021 – 12 gennaio 1992
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Caro papà, a 29 anni dalla tua nascita al cielo, nel tuo vivo ricordo, ho pensato di scrivere queste righe, poche, senza molte lacrime, magari con qualche sorriso in più!
1. Le giornate lunghe, pesanti, pesantissime, anche questo bisogna dirlo, hanno un inizio e una fine.
2. La giornata comincia con la messa, alle 7 del mattino… per farmi contento e levarmi il pensiero ho detto a mamma: “Vieni con me!” (credo di aver fatto contenta anche lei)
3. Siamo tornati a casa, oggi giornata di pulizie… io poi didattica a distanza e pranzo da solo in rettoria. Ho cucinato una pasta con broccoli e sparacelli… attipo arriminati. Gratinata al forno… ti sarebbe piaciuta!
4. Riposino nel primo pomeriggio… ricordo che da piccolo io non dormivo e tu invece dopo pranzo riposavi. Ti alzavi presto per andare a lavoro, ci stava recuperare le forze. 5. E lo faccio pure io da qualche anno!
In rettoria ho incontrato due Massimo. Due bei incontri, con tante belle novità.
6. Sono tornato a casa, in macchina con l’aria calda sparata a 26°… fa freddo oggi. Mamma mi diceva stamattina che anche il giorno del funerale, il lunedì, era una giornata come questa.
7. Mi ritengo stanco, un misto di sonno e fame, scrivo queste righe pieno di soddisfazione. Mamma parla con la zia Carmela, io seduto in poltrona vicino alla finestra, per un attimo penso a quando ti ho visto seduto in poltrona, il primo gennaio del 1992. Stavi già male. Non immaginavo potesse essere il nostro ultimo capodanno insieme.
8. Trattengo le lacrime, oggi la giornata non la voglio vivere pesante. Vorrei vivere giornate sempre così. Intense. Piene. Anche con mamma che sbadiglia, mischinella ha sonno! Stamattina matinata!
Infine per quanti non lo avessero conosciuto quel signore in foto è mio papà, il signor Lo Chirco. Mi somiglia? Gli somiglio? Chissà!
Io non ho con me una tua foto… ma ricordo tante scene belle della nostra vita insieme. Questa foto che abbiamo a casa è del compleanno di Piera, la nostra vicina di casa che per ora combatte con il covid… anzi papà a che ci sei mettila tu una parola buona con il Principale per Sandro, Piera e Graziella!
Dimenticavo… Il nome di mio papà? Gianni, Giovanni Battista il nome di battesimo, all’anagrafe Gio Battista. È morto il 12 gennaio del 1992, era la Domenica del Battesimo del Signore.
Oggi sei mancato un po’ meno, il mio amico Luigi fin dal mattino mi ha ri-cordato nella preghiera con il salmo che gli avevo affidato come penitenza. Se il Signore non costruisce la casa…
***
Le giornate finiscono, il Signore invece continua a costruire!
Battesimo del Signore
E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Caro papà…
– Ciao come stai?
– Io bene! E tu?
– Così.
– Così come?
– Un pochettino giù…
– Io lo so il perché!
– Tu ormai sai sempre tutto, non ti sfugge niente!
– Già, dopo un certo tempo è come se capissi tutto, al volo!
– Un certo tempo, anche se gli anni sono passati tornano a farti visita alcuni pensieri…
– Qualcosa in particolare?
– Cominciamo con le cose più banali… Mi manchi. A distanza di tempo lo dico. Mi manchi. E così sono già due volte che l’ho detto!
– Cominciano bene… Tutte queste sdolcinerie in poche righe!
– Evidentemente non ti somiglio.
– Perché dici questo? A volte ti vedo, anche da lontano e sei preciso a me!
– Ora non esagerare! Forse in qualcosina… Non ho certamente la tua pazienza nel ragionare sulle cose, figurarsi con le persone. Per non parlare della disponibilità nel mettersi a servizio degli altri. E poi non so cucinare come te e mille altre cose ancora.
– Non credi di stare esagerando un poco? So che i tuoi ricordi sono preziosi, però esageri!
– Sei tu che fai il modesto! Quando si devono dire le cose… Si dicono!
– Fai tu! Non insisto. Però posso tornare a chiederti ancora: “Come stai?”.
– Così. Anche se sembra meglio.
– Ti sono servite poche righe di dialogo e va già meglio… Dovresti farlo più spesso!
– Cosa dovrei fare?
– Fermarti e parlarmi, fermarti e scrivermi.
– Hai ragione. Lo farò più spesso. Mi fermerò e ti parlerò, mi fermerò e ti scriverò. Tu invece come stai?
– E lo chiedi pure? Io sto bene! Ricordi quando sono andato via?
– Lo ricordo e come… Anche i miei occhi ora lo stanno ricordando, non smettono di lavare il mio viso. Le lacrime non sono altro che acqua che lava via il dolore, quando asciugano rimane il sorriso… ricordo ogni cosa di quel giorno. Ogni cosa…
– Ogni cosa? Tutto? E com’è tenersi dentro tutto questo?
– Non è facile, lo sanno in tanti che non è facile. Lo so anche io. Sei andato via che era domenica. Quest’anno ripenso a quella domenica. Non una tra tante, era la domenica del Battesimo del Signore.
– Hai detto per tre volte domenica… Deve essere importante per te la Domenica! E perché quest’anno cosa c’è di diverso nel pensare a quella domenica?
– Di sicuro sono diverso io, viviamo anche cose diverse dal solito. Sai come vanno le cose per ora…
– Eh si, io so tutto! Stai tranquillo che le cose si sistemeranno, ci vorrà del tempo. Parlami ancora della domenica. Cosa ti colpisce?
– È la Domenica del Battesimo del Signore! Ieri pomeriggio ho battezzato Giorgio! Egle e Giampiero super emozionati e lo ero anche io! Lo eravate anche tu e la mamma il giorno del mio battesimo? Lo eravate di più per quello di Michele?
– Chiedilo a lei!
– Appena si sveglia le chiederò questo… E le chiederò anche se siete ancora emozionati per questi figli che vedete crescere. Innamorati, emozionati, compiaciuti.
– Hai bisogno di sentirti dire queste cose? Non riesci a sentirle?
– Che ti credi… Sono anche fragile! Mica sono solo rompiscatole! Ho tanto altro dentro!
– Lo so, lo so… Ormai so tutto io! So che ti voglio bene. So che ti amo.
– E me lo dici così?
– Se vuoi te lo ridico ancora.
– Dillo ancora…
– Ti voglio bene, ti amo, sei parte di me.
– Ti voglio bene, ti amo, sei parte di me.
– Lo hai detto anche tu!
– Posso abbracciarti? Anche senza mascherina?
– Certo che puoi farlo, siamo congiunti!
– Dimentico tutto a volte…
– Vieni qua e abbracciami e baciami fino alle viscere…
Rimasero nel silenzio che fa tanto rumore, stretti nell’abbraccio l’uno dell’altro. Silenzio interrotto solo dai singhiozzi del pianto. Quanto durò? Sembró durare un’eternità.
– Com’è stare con Lui?
– Bello. Com’è essere figli? Com’è essere padri?
– Bello, con delle difficoltà che si incontrano nel cammino.
– Stare con Lui è bello perché non ci sono più difficoltà!
– Ora però è tardi, devo andare, anche se sinceramente vorrei restare con te.
– Anche a me piacerebbe ma ti prometto che tra due giorni saremo di nuovo così vicini.
– Lo hai promesso!
– Si, l’ho promesso.
– Siamo giunti ai saluti… Un bacio e a presto!
– I miei baci e le mie carezze dalle tu per me!
Il tempo sembrava essersi fermato, il sole da qualche parte spingeva già per il nuovo giorno. Alzarsi e mettersi in cammino, come ogni nuovo giorno…
***
C’è questa poesia di Eugenio Montale con la quale si fondono le mie parole…
Cigola la carrucola del pozzo,
l’acqua sale alla luce e vi si fonde.
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un’immagine ride.
Accosto il volto ad evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro…
Ah che già stride
la ruota, ti ridona all’atro fondo,
visione, una distanza ci divide.
Ci sono tracce di Father and Son… Anche in questa interpretazione di Ronan Keating.
E poi c’è tutto il resto, detto e non detto.
Quanto pazientemente aspetta di vedere la Luce!
Vroooooom!
Ieri mio figlioccio Giovanni mi ha fatto un regalo bellissimo, questo meraviglioso disegno!
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Uao! È davvero bello!
“Giovanni questo lo regali allo zio Massimiliano”, così sua mamma ha interceduto per aver così bel dono.
Chissà quante resistenze Giovanni avrà opposto, è davvero un gran bel disegno!
Gli ho chiesto… “Allora me lo regali?”. Ora è mio… un’auto, lo stesso colore della mia…. e ora con questa fiammante vettura posso andare Altrove!
Lascio che le cose
Mi portino altrove
Lascio che le cose
Mi portino altrove
Altrove
Altrove
Svincolarsi dalle convinzioni
Dalle pose e dalle posizioni…
“Altrove” cantava Morgan nel 2003. La canticchiavo qualche giorno fa, la riascolto pensandola legata alla Solennità dell’Epifania, festa dei popoli, festa dei cercatori di Dio, quanti lasciano le certezze e seguono una stella cercando un bambino, un re.
Loro però non si perdono nel mondo, non si perdono dietro le false lusinghe del re Erode, turbato con tutta Gerusalemme per la notizia… incredulità, turbamento perché un bambino può far cadere tutte le tue certezze, il tuo sistema di potere.
Ostinati i Magi vanno oltre, loro cercano Altro, ne hanno desiderio forte, camminano instancabili fino a provare gioia grandissima nel vedere la stella ferma sopra il luogo dove si trova il Bambino.
Cercano Altro, vanno oltre, trovatolo si prostrano, adorano un Bambino. È la sorpresa del cuore che si apre all’Infinito!
Pensavano di offrire dei doni, invece ricevono il dono della Fede, quella che realizza il sogno di io per ogni uomo, Dio c’è, Dio cammina con te! Con questa Fede invece ritornano a casa per altra strada, la Luce svela i pensieri di Erode.
Il cammino dei cercatori di Dio è affascinante, esploratori che vivono avventure fantastiche da raccontare di generazione in generazione, come Maria, come altri che hanno incontrato il Cristo lo hanno accolto, dinanzi a Lui si sono prostrati e lo hanno adorato.
Il cammino dei cercatori di Dio non termina improvviso, non ha mai fine, si fa nascosto, interroga dal di dentro, scuote, interpella, separa, illumina, esplode come l’amore che sboccia temerario nella primavera degli affetti dopo il più freddo degli inverni.
Io non voglio che le cose mi portino altrove…
Io credo che quel Bambino è la mia Vita, la mia Verità, la mia Via.
Voglio che ogni cosa mi porti sempre più a Te! Perdersi e ritrovarsi in Te.
Aiutami a cambiare la strada, le mie vie diventino le Tue vie, aiutami a staccarmi dalle lusinghe di Erode e a realizzare il sogno di Dio per l’uomo, aiutami ad aiutare altri cercatori di Dio a trovare Te Signore!
E poi?
Lasciarli ripartire.
La vita bella del Vangelo è il cammino, infiniti cammini di redenzione, con una meta che rimane la stessa.
Io so chi c’è a bordo di quell’auto rossa senza finestrini, ci sono i Magi venuti dall’Oriente!
Coraggio vi accompagno io, per altra via, al vostro paese!
Vroooooooooooooom!
Epifania del Signore
«Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».
Ascolta qui l’omelia!
Seconda Domenica dopo Natale
“Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati”.