Come Ulisse…

Tornava qui,

sponde sicure sulle quali approdare,

faro luminoso sulle alte scogliere.

Silenzio e quiete

lontano dallo schiumeggiare della gente,

sicuro dallo spirare dei venti,

dai canti assordanti di mille sirene.

 

Qui ritrovava se stesso,

roccia sicura,

e oltre ancora,

per altri mari distanti…

Prima parte…

  • Hai visto?
  • Visto cosa?
  • Hanno detto che dobbiamo tornare a casa.
  • Ora?
  • Si, si, ora…
  • Peccato… io ero un po’ stanco e affamato… pensavo ci fermassimo qui a prendere qualcosa da mangiare!
  • Ma qui dove? Non lo vedi che siamo in mezzo a un deserto?
  • Ou ma cosa credi che ne sappia di un deserto! Io mica mai sono uscito da casa… fra noi due il viaggiatore esperto sei tu!
  • Esperto… per modo di dire!
  • Esperto, esperto… allora dimmi una cosa… torniamo o no a casa?
  • Ora?
  • Si, si ora!
  • Non c’è niente da mangiare.. Torniamo a casa!

Avevano percorso appena un centinaio di metri quando una voce, arrivata da lontano di corsa dicendo: “Hey voi! Tornate indietro! Stanno dando del cibo, dicono che sia abbondante!”.

Si guardarono. Uno sguardo al volo, profondo, d’intesa perfetta.

  • Torniamo!

E dicendo insieme la stessa parola si misero in cammino…

E scrivi oggi… E scrivi domani…

  • Potevo scrivere prima tutto, invece aspettando, facendo altre cose, ho dimenticato le parole che avrei voluto usare… e mi piacevano!
  • Di cosa avresti voluto parlare? Quali erano le parole?
  • Erano due cose mie, profonde, belle, anzi no, bellissime. In una parlavo di mia madre, vedendola dormire, occupa il posto che un tempo era di mio padre…
  • E l’altra?
  • Non lo so, l’ho dimenticata!
  • Allora parlami di tua madre, oppure continua a scrivere di lei!
  • Ah si! Oggi vedendomi dopo qualche giorno che non era stata a casa diceva che sono bello!
  • Ma dai… davvero?
  • Asp… ho ricordato quello che volevo scrivere!
  • Cosa?
  • L’altra cosa!
  • E cosa è?
  • È l’esperienza di fede che ha fatto un mio amico facendo la comunione, tempo fa… era al matrimonio di una cugina e nel momento in cui ha preso l’Eucarestia ha sentito il cuore esplodergli… e delle parole, forti e chiare si sono manifestate a lui…
  • Quali erano le parole?
  • “Quello che hai sentito è solo una minima parte dell’amore che provo per te!”.
  • Bellissimo!
  • Ah si! Vorrei sentirle pure io queste parole!
  • Perché non ti basta sentirmi tra le mani?
  • Già! Ragione…
  • Stranamente direi… anzi no, come al solito!
  • E lo sapevo che sei il più forte!
  • E no ti dirò… sono pure il più bello! Anche per tua mamma!
  • Hai ragione… con te non si può proprio parlare!
  • Dici vero?
  • No no, torno a pregare che è meglio!
  • Fai bene… c’è tanto bisogno di preghiera!

Sentiamo…

– Sentiamo cosa hai da dire…

– Io? Niente!

– Avanti dai… Sempre le stesse storie. Cosa hai da dire?

– Io? Niente davvero!

– Non mi vorrai dire che sei venuto per dire… Niente!

– No, no… Effettivamente sono venuto a dire alcune cose… Alcune preghiere! Parole che diventano preghiere!

– Eccolo qui! Ecco quello che riconosco! Ti ho aspettato da un bel pezzo!

– Ma è difficile sai, fermarsi, prendere fiato, un foglio, una penna e scrivere…

– Queste cose le hai scritte già altre volte… Hia altro da aggiungere?

– Ah si… Le preghiere!

– E per chi vuoi pregare?

– Vorrei pregare per tutti quelli che sono in cammino!

– In cammino… A piedi intendi?

– Certe volte ho come l’impressione che non mi segui… In cammino nel senso che stanno facendo un cammino nella propria vita!

– Io ti seguo. E come se ti seguo! Sei tu che ti perdi ogni tanto…

– Ok, ok… Allora vedo che già sai…

– Dimentichi forse che so tutto?

– No, no… Anche se ho l’impressione che ti dimentichi di me…

– Di nuovo con la stessa storia!

– No, scusami! Allora prego per quelli che sono in cammino nella loro vita, per quelli che hanno il passo lento e per quelli che hanno il passo veloce. Per quelli che rallentano e per quelli che accelerano. Per quelli che inciampano… Quelli che si rialzano in fretta e quelli che non vogliono più rialzarsi. Per quelli che nella fretta di arrivare hanno sbagliato strada. Per quelli che non hanno fretta e che fanno passi talmente piccoli che sembra stiano sempre fermi.

– Sono tante persone… Ne conosci qualcuna?

– No Signore… Sto soltanto iniziando a conoscere sempre più me stesso…

.

E stare qui…

… in silenzio ad ascoltare.

Rumore dei motorini.

Macchine lontane.

Marmitte rombanti.

Grida leggere di bimbi festanti.

Uno stereo che passa, la musica a palla.

Cinguettii di uccelli.

Parte un motorino, la prima, la seconda la terza…

E noi qui, un tempo sospeso, fatto di attimi silenziosi…

Tra le tante colonne sonore inaspettate, non volute, assordanti…

E nel silenzio ancora Tu che parli…

Ed è Luce che dona la Pace!

Sono tante le storie che ascolto, le serbo nel cuore. Ascolto in silenzio, senza dire nulla. Ascolto senza giudicare. Mi impegno solo ad amare.

Poi almeno una volta a settimana mi fermo qui, davanti al Re.

Non è un oggetto, una statua, un crocifisso.

Io credo fermamente che in quell’ostia, in quel pezzo di pane dentro l’ostensorio ci sia Gesù Cristo.

Quando posso mi fermo qui, anche davanti a un tabernacolo chiuso lo faccio… Quando posso mi fermo in ginocchio, in adorazione, profumo di incenso che si spande nell’aria, nel silenzio dei rumori di quanto ci sta attorno.

Mi fermo in ginocchio prego per il mondo, per gli altri, prego per me… E racconto a Lui tutte le storie che ho raccolto…pagine belle, pagine brutte, sorrisi, lacrime…

Oggi dettaglio lo affido a Te.

Prego così perché ancora una volta Tu Signore faccia sentire la Tua potenza, il Tuo Amore!

Fai splendere la Tua Luce, dona ancora la Tua Pace!

Di gratitudine si riempie…

… il cuore.

Bastano pochi scorci,

paesaggi che si aprono, inaspettati.

Basta poco.

Un fiore cresce alto,

su di un muro per poter essere più vicino al cielo.

Uno scorcio un paesaggio, uno squarcio.

Il cielo e la terra non sono mai stati così vicini…