Il Signore mi ha liberato perché mi vuol bene

Poche, davvero pochissime parole per inquadrare la novità dell’Amore.

Intanto libera, prima ancora vuole Amare.

 

Allontanandoci da parole vuote e senza senso che rischiamo di dare agli altri per poi farcele tirare addosso, o forse lanciarle in aria aspettando che torni di nuovo su di noi, dovremmo invece centrare la nostra attenzione sulla Realtà nella quale da sempre viviamo, esistiamo (non esitiamo) e per la quale, chi si dice cristiano dovrebbe necessariamente aggiungere, moriamo.

 

Amare vuol dire pertanto liberare.

Amare gli altri perché in fondo siamo liberi di Amare noi stessi.

Essere liberi in fondo diventa allora il nostro essere felici, ed è necessario, importante, individuare in tutto quello che facciamo sempre una dimensione sociale, comunitaria: se in partenza siamo noi stessi felici, non rischiamo di “infettare” gli altri con il germe del nostro egoismo.

Essendo felici con noi stessi saremo ben felici di dare agli altri non un po’ di noi ma tutto di noi!

 

Essere felici perché liberamente siamo Amati da Lui…

 

Buona Festa della Repubblica!

Forse è questo l’intervento su Loreto 07?

A volte è un po’ come osservare il mondo dalla finestra di fronte, quella che riflette stranamente sulla tua serranda la luce di un lontano lampione… oppure come avere la “sensazione” di essere stato scelto per adempiere un ruolo ben più importante di quello che magramente si vorrebbe vivere.

Altre, invece, è come guardare delle foto, quelle dove non si appare mai, forse perché non c’eri, forse perché sei tu ad averle scattate.

Altre volte ancora è come vivere e/o rivivere delle scene che sai già di aver vissuto…

 

Poche volte invece sa di novità, una nuova novità che ti prende, ti stravolge, ti cambia… e non ti fa più tornare come eri prima, ti migliora, ti proietta nel futuro e ti da la certezza della bellezza che è intorno a te!

 

Ed è proprio così che è andata l’esperienza di Loreto, la veglia, la riflessione, lo spettacolo, la S. Messa… per non parlare della condivisione, dell’accoglienza da parte delle famiglie, di quello strano silenzio quando Gesù Cristo, con il suo Corpo ed il suo Sangue, era presente in mezzo a noi!

 

Per non parlare poi delle persone che abbiamo incontrato, quelle che abbiamo rivisto, quelle con cui abbiamo scoperto un terreno fertile sul quale costruire duraturi legami affettivi.

 

Loreto, questo ed altro, ma solo grazie a Lui!

Lui che da il senso alla tua vita, la pienezza, il compimento!

 

Lui… accanto a Lui c’è sempre una persona che si incontra (non diciamo se è maschio o femmina, è una persona che incontriamo, punto e basta!), allegra, ma non troppo, vivace al punto giusto, con una serie di rocambolesche situazioni alle spalle, una serie di storie da raccontare, montagne facili da scalare, imprese strabilianti, facili problemi da risolvere, ferite più o meno profonde nel cuore e, fondamentalmente, un pesante carico di umanità, ricco dei suoi bellissimi difetti, le mille sfaccettature di quel bellissimo diamante che in fondo è dentro ognuno di noi, quel diamante “umile carbonio che è anche grafite” sottoposto al carico impressionante, grandi pressioni e alte temperature della nostra quotidianità: alla fine da semplice carbonio diventa un bellissimo diamante!

Loreto, luogo di incontro del povero che chiede aiuto, del misero che chiede sollievo, dell’affamato che chiede un tozzo di pane, dell’assetato che ha solo una sete da levare… Loreto luogo di incontro tra queste persone e la nostra egocentricità, il nostro “io” gonfio di orgoglio, la nostra goffa sicurezza di se, la nostra infinita infinitezza, a dir poco miserabile, che si scontra con la grandezza delle meravigliose creature che il Signore ci da modo di incontrare.

Incontri. Scontri. Incontrare gli altri per scontrarsi con se stessi. Scontrarsi con le nostre paure, ansie, gioie, pretese. Scontrarsi per incontrarsi ancora una volta insieme, non da soli, non con un altro io, semplicemente incontrarsi con un tu. Tu diverso da me, tu che non sei me. Tu che incredibilmente ti trovi a dipingere splendidi arcobaleni, legami nuovi, alleanze, tra le sponde delle nostre fragilità. Ed è li, a metà strada che ci incontriamo. Sospesi in aria, tra il cielo e la terra…

 

Loreto… esperienza Tua che diventa nostra, strade lontane, improvvisamente convergono ad un Centro, tenuto da noi nascosto come il più intimo dei tesori, lungi dal capire che non c’è gioia maggiore che condividere con altri la gioia di possedere il nostro appartenerTi. Possedere l’appartenenza, appartenerTi!

 

Poi, distrattamente, torni ad affacciarti da quella finestra, la tua; vedi la luce accesa in una casa di fronte, sembra quasi ti sorrida! Una luce tenera, gioiosa, appena dall’altra parte della strada. Dolce è guardare quella luce, da sicurezza, anche se è lontana da te poco meno di dieci decine di metri, è più vicina di quanto immagini… cosa immagini?

Solo di fare domande che in realtà hanno già una risposta, ed è quella che ora vorresti ascoltare…

Guardi la finestra, la luce accesa… non vorresti che dall’altra parte la spegnessero, “Lasciatela accesa! Lasciatela accesa!”, continui a ripetere, arrivi fino ad urlare, “Lasciatela accesa!”… Per una luce che è distante, un abisso ti separa da lei, sei disposto quasi a combattere contro te stesso…

 

Chiudi gli occhi un attimo, arrivi in un sogno… ancora a Loreto, sei sulla spianata di Montorso, circondato da tanti cappelli colorati, senti la musica intorno, la festa che è solo per Lui…

 

Torni alla finestra, poi scendi giù, velocemente scendi le scale, all’ingresso incontri una persona con il telefonino in mano, sembra felice, scherza, ride con chissà chi, ma non te ne curi più di tanto, sai solo che devi andare verso altro: esci fuori all’aperto, nel piazzale pieno di macchine, neanche la luna a farti compagnia… guardi la finestra di quel palazzo di fronte mirandola dal basso, vedi uno strano riflesso, un bagliore… lo stesso bagliore che avresti visto guardando il mondo dalla finestra di fronte…