E poi ci sono quelli che neanche credono che Tu sia li, presente, vivo, vero.
Ci sono quelli che non piegano mai un ginocchio dinanzi a un Tabernacolo, quelli che camminano, che passeggiano su e giù nelle chiese parlando al cellulare, quelli che parlano, parlano, ridono, ridacchiano, ignari della Tua Presenza. Forse come se Dio non ci fosse.
Già, in una chiesa c’è Dio?
Certo io sono tradizionalista e bigotto.
In una chiesa c’è Dio.
E non so perché io mi ostini a parlare con Te, ne tantomeno a fare silenzio per ascoltare Te.
Queste parole sono le mie per Te?
Sei Tu a suggerirle?
Sono parole da fariseo o da pubblicano?
Sono parole.
E ognuno potrà riconoscersi in queste…
O forse no.
Sono parole per quelli che ci sono, per quelli che non ci sono.
Non è falsa illusione, per chi ha fede, per chi crede che in quel poco di acqua e farina, un Ostia consacrata, ci sja realmente il Corpo di Cristo, è molto, molto di più di quanto si possa desiderare…
Arrivare qui, in silenzio davanti a Te,
tra il profumo dell’incenso,
le luci accese ma non troppo,
pochi cuscini ai piedi dell’altare.
Qui c’è Dio.
Vivo.
Vero.
A Lui affido le mie preghiere, allargo il cuore per ascoltare ancora la Sua Voce nella mia vita.
Sa chi sono, conosce i miei passi, anche quelli falsi…
Lui sa tutto di me!
Sa già ciò di cui ho bisogno, sa già cosa mi accadrà domani e così anche dopodomani…
Conosce la mia vita, ha visto le mie profondità, gli anfratti bui e misteriosi, sconosciuti anche a me.
Signore, Tu sai tutto!
Tu sai che Ti Amo? Per lo meno mi sforzo ogni giorno di camminare nell’Amore.
Non ci riesco, vedo i miei fallimenti, vedo i miei passi svelti, vedo verità che non sapevo di avere…
Vedo anche i fallimenti di quelli che poni sul mio cammino, vedo anche le loro gioie!
No, no, per la vita! Fate così… prendetevi ogni giorno per mano!
Io e lei? Lo facciamo tutte le volte che possiamo!
Si… lo vedo… ma ogni tanto la tua mano destra prenda la tua mano sinistra…
Come per stringerla?
No no… come per pregare…
Ah…
Si, poi dentro quelle mani unite immagina che stai stringendo quelle di lei. E tu fallo immaginando che stai stringendo quelle di lui.
E poi?
Non credi sia già tanto? Ho visto una coppia, ogni volta che andavo a celebrare in quella chiesa vicino casa vostra, ho visto questa coppia ogni volta entrare in chiesa e poi uscirne al termine della messa. Non ne conoscevo il nome. Lui l’altro giorno mi ha fermato… mi ha detto che sua moglie è andata via quattro giorni prima.
Oh… mi dispiace.
Dispiace anche a me, avrei voluto stringerlo e baciarlo dei baci che solo il Signore sa dare… ma ho visto qualcosa in lui che ora sto dando a voi…
Cosa? Forse lo immagino…
Si, proprio quello che pensi. Ho visto le sue mani stringere fortemente quelle della sua sposa…
Tu lo sai, lo hai sempre saputo, vorrei però sempre saperlo io… Io dimentico, lo dimentico troppo spesso. Chiudo gli occhi e tutti i buoni propositi vanno via… Via lontano da qui. Aiutami a ricordare. Sempre. Ogni giorno.
Cosa ti chiederò mai?
Aiutami ad avere fiducia in me!
Non ti sto chiedendo cose impossibili, irrealizzabili… Ma te lo sto davvero chiedendo?
Sono le mie domande, sono le domande di tanti…
Potrei continuare con mille altre ancora.
Ma è nel silenzio, profumo di incenso che sale verso il cielo, che il Maestro parla al cuore…co
Così adesso lo so.
Poi parliamo delle distanze, del cielo, E di dove va a dormire la luna quando esce il sole E di come era la terra prima che ci fosse l’amore E sotto quale stella, tra mille anni Se ci sarà una stella, ci si potrà abbracciare?
E poi la notte col suo silenzio regolare Quel silenzio che a volte sembra la morte Mi dà il coraggio di parlare E di dirti tranquillamente, Di dirtelo finalmente Che ti amo E che di amarti non smetterò mai…
Mi hai chiesto di scrivere qualcosa non più a caldo sul pellegrinaggio… hai ragione, erano pensieri, “parole a caldo”, maturate tra la stanchezza della sera e le luci lontane del mattino, trascrizione di riassunti emotivi di quanto vissuti il giorno prima.
Ora è il tempo di scrivere riflessioni a freddo… ma il caldo, il calore, è quello che giunge da quanti in questi giorni di rientro mi hanno accolto con un sorriso, con un grazie, per quanto sono riuscito a trasmettere in pillole, da quanti come pellegrini in Terra Santa hanno maturato scelte e consapevolezze di fede mai avute prima…
La riflessione a freddo nasce ora, in un momento di stacco davanti al Santissimo: per i credenti, per i cristiani cattolici, li, in quel pezzo di Pane, di Ostia, illuminato e incensato è presente, presenza viva e reale Gesù Cristo, lo stesso che abbiamo ritrovato nella fede lungo le strade affollate, deserte, polverose di una Terra lontana da noi e pure così simile ai nostri luoghi.
Mi fermo qui quando posso, non perché io sia più santo di quelli che non lo fanno, ma perché in realtà ho bisogno di stare alla Sua Presenza per capire meglio la mia essenza…
Non sono andato in quei luoghi perché speravo di non essere più peccatore, grande miracolo, ma perché il Signore mi aiutasse a comprendere ancora di più cosa vuol dire essere figlio, cosa vuol dire essere padre…
Di quei luoghi, spero nel profondo che anche tu possa conoscerli, porta con me ogni singolo granello di sabbia, ogni fiammella accesa, ogni sospiro di vento, ogni viso incrociato, tutte le mani giunti che ho visto in preghiera.
Parlami del viaggio… è il cammino che facciamo dentro noi, è pellegrino il nostro cuore che trova pace quando giunge alla meta che è Lui!
Porto con me i sorrisi e le lacrime versate prima di partire, le lacrime e la gioia di chi ha fatto ritorno e ha compreso molto di più se stesso.
Lo ha compreso dinanzi a Lui.
Vorrei poterti scrivere ancora, credo che lo farò appena potrò, nel frattempo ti chiedo, nel tuo piccolo di sostenere il mio cammino da presbitero, anziano, con la tua amicizia e con la tua preghiera…