Andando

Portami,
portami via…
Lontano da te,
ovunque io mi trovi.
Portami via.

Senza accorgerti di nulla

Anche stanotte ti aspetto al varco
tra un giorno che passa ed uno che arriva.
 
Ti coprirò per il troppo freddo,
spegnerò la luce che hai lasciato accesa.
 
Ti guarderò, osserverò i tuoi movimenti notturni,
strani, imprevedibili, improvvisi.
 
Nella tua agitazione ti sussurerò
parole nuove per farti calmare.
 
E stringerò la tua mano,
per poi lasciarla andare…
 

Non ho smesso di parlarti

Mai come ieri ti ho pensato muta,
statua antica ritrovata, rovinata dal tempo,
riportata allo splendore del passato.
 
Muta. Col tuo viso volto ora ad occidente,
mi hai ascoltato nel tuo silenzio marmoreo,
bianco, lucido, riflettente.
 
Hai ascoltato le mie parole,
fatte di me, intrise del mio dirti:
ancora una volta, quanto è in me.
 
Muta. Coi pensieri volti ad altro,
col cuore chiuso, pulsante,
dentro la gelida pietra.
 
Poi hai ascoltato.
Hai raccolto le mie parole,
nella tua forma statica.
 
Come una statua di marmo
non hai aperto bocca…
 

Risveglio notturno

Di dare tempo al tempo
non ho più tempo…
ed è già tempo di dare corda
all’antico pendolo…
 
Vibrano pesanti i suoi rintocchi:
tre rintocchi… li senti?
tre rintocchi… dong, dong dong!
Ed è già ora!

Pensiero per Fabrizio

Scendi tra noi
impastato di pane e d’umanità,
in attesa di una risposta,
ad una domanda, la tua,
che non c’è, che è… è!
 
Dio che non esisti più,
che non sei più al mondo,
ascoltami!
 
Ora si, conosco la risposta!

Mani

Mani aperte le tue
vanno incontro alle mie…
vicino al cuore le stringi,
diventano pugni.
 
E indifferente superi
il mio apparente stupore.
 
Guarda le mie ora,
ruvide, spaccate dal freddo,
lontane dal tepore delle tue.

Accusa

Hai puntato il dito
sulla mia mediocrità;
hai tirato in ballo
la mia non normalità.
 
Per difesa, la tua bellezza,
hai reagito contro di me
alle accuse della vita,
la tua, non la mia.
 
La mia difesa, per te pretesa…
avere delle risposte?
Condanna! Altri sopravvivono,
io volevo solo vivere.

Ti parlerò

Ti racconterò di me,
di ciò che non sai.
Quello che non t’ho detto mai.
 
Ti narrerò di me,
aggiungerò il noi.
 
Saprai degli eventi
spinti via dai tuoi venti.

Campire

Piccolo foglio di carta
reso giallo dal tempo…
o è sempre stato così?
Scriverò parole, non nuove,
usate con te… per quanto?
 
Riempirò gli spazi,
il vuoto che ora sento
costruito tra noi.
 
Tutto sarà per te.
Ancora una volta,
come in tempo già passato.
 
Ma forse lascerò giallo
il piccolo spazio già bianco…
 
Lo riempirà il silenzio.
Quello tuo, confuso,
ora è anche il mio.