si comincia così… 001

– Hai mai pensato di scrivere un libro?

– Io? Un libro? Non penso di essere all’altezza… e poi non saprei da dove cominciare!

– Secondo me hai tanto da poter comunicare, cose davvero belle, ogni tanto ripenso alle cose che mi hai detto o che sento da altri su di te, si, davvero, ne saresti capace!

– Se dovessi scrivere un libro… se proprio dovessi farlo, credo che scriverei un libro di favole per bambini.

Da leggere quando è tardi, non si ha sonno, troppi pensieri per la testa. Lo scriverei per i bambini che sono svegli fino a notte fonda, per gli adulti che non riescono a dormire, per quanti non chiudono mai occhio la sera e l’indomani sono più stanchi di prima, per quelli che non sanno più sognare, per chi sta li a rimuginare sugli errori del passato e non vuole vivere bene il presente, per quelli che si sentono soli perché incompleti o perché già pieni di se stessi e non riescono a trovare spazio per altri…

– Avresti di che scrivere allora…

­- Oh si, hai ragione, potrei scrivere un libro… ma chi lo leggerà poi?

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Grazie Signore perché mi sorprendi ogni giorno! “Mamma te lo ricordi quando sono nato?” E lei mi fa, appena sveglia… “Eri sapurito!”. … E già… Poi il tempo peggiora le cose ma il Signore compie sempre meraviglie nelle nostre vite, sta a noi saperle riconoscere! Una preghiera per me in questo giorno Grazie a tutti!

Il ricordo

“Dimmi ancora, parlami del ricordo…”. “Cosa vuoi sapere?”. “Lo sai, dimmi cosa pensi quando hai un ricordo!”. “Posso pensarci su e poi te lo dico oppure posso abitare ancora una volta quel ricordo e lasciare che anche tu possa abitarci con me…”. “Anche se non ci sono mai stato in quel ricordo? Anche se non mi appartiene?”. “Si, anche se non ti appartiene…”. “Allora parlami del ricordo!”. “Il ricordo è come camminare in una strada buia senza luce alcuna, lentamente il tuo occhio si abitua all’oscurità e riesci a osservare piccoli dettagli, fin quando tutto diventa luminoso e chiaro”. “Parlami ancora del ricordo…”. “Il ricordo sa di parole già usate, di risate già vissute, di rughe che hanno già solcato il viso, sa di tempo che è trascorso eppure è ancora lì…
in attesa di essere vissuto,
anche con gli occhi chiusi…”.

Il giorno dopo

Ci sono giorni facili e ci sono giorni difficili. Giorni che passano lenti, giorni che scorrono veloci. Giorni belli, altri bellissimi. Giorni brutti, giorni bruttissimi. Poi ci sono i giorni così.
Portano dentro dolcezza e tristezza.
Sanno di allegria e di normalità.
Di euforia e di stanchezza. Vengono a trovarti prima ancora che tu li voglia vivere. Giorni così. Che sanno del Vangelo di Matteo, di una voce dall’alto del Padre che si compiace del Figlio amato, toccato dallo Spirito. … (mi chiedo: “papà sarai compiaciuto di me?”)

Piccoli passi di felicità

“Ci sei alle 11 a casa?” “Perché cosa vuoi fare?” “Andiamo insieme al cimitero?” “Si, dovrei farcela. Chi arriva prima aspetta…” … “Mi hai fatto davvero un bel regalo! Grazie!” Ed io pensavo a che serve cercare lontano, usare parole, agire, condividere e poi trascurare le gioie di chi hai accanto…

Mi hai fatto…

Come un prodigio. Ed è strano. Se è così a volte mi sento come il prodigio sbagliato. Cosa avrei mai di così straordinario? O forse non sono un prodigio, sono soltanto un prodigo che deve fare sempre il ritorno alla Tua Casa…

Luci colorate

Ti ritrovi a casa dopo poco più di 12 ore che ne sei uscito… Stanco, mal di testa incipiente, leggera sonno. Fame? Potresti farne a meno, eppure c’è.
Pensi e ripensi che in poco più di una giornata ti sei ritrovato dalle luci colorate natalizie, decorazioni e quant’altro, ad ambienti spogli, qua e la piccoli segni delle feste che per i più sono trascorse. Concluse. Terminate. Si va avanti.
Tornando a casa tu però, con tutta la stanchezza che puoi avere dentro, tu quelle luci le vedi ancora. Le immagini, le vivi.
Fosse anche che sei fermo al semaforo, un bel rosso quello, fari e luci delle macchine ferme con te.
Luci colorate, in bilico tra un rosso dell’attesa e un verde della speranza di un pronto rientro a casa.

E alla fine del viaggio, una volta a casa, consideri se sei tornato per strade diverse rispetto a quelle di quando sei partito, forse la strada non la cambieresti mai…

Con Te

Non avevo mai aspettato quest’ora con tanta intensità e lucidità! Potrei essere già crollato dal sonno, domattina si ricomincia anche con gli impegni scolastici ed invece mi ritrovo a scrivere parole che ho dentro.

Da dove comincio?

Ah si, i buoni propositi.
Alcuni personali, prendersi cura più di se stessi, altri con aspetti pubblici, prendersi ancora più cura degli altri nella realtà ministeriale e iniziare a scrivere di più, piccole cose da condividere, come facevo un tempo.

Nulla da obiettare vero?

Dite che posso farlo?

Allora aggiungo altro, parto da qui allora, si si, proprio da qui, dall’Epifania che sembri porti sempre via l’aria della festa.
Alcuni però già volontariamente, prima ancora che il sole sorga, hanno già smontato albero, presepi, decorazioni, varie ed eventuali.
Altri magari dopo qualche oretta… Via tutto!

La magia del Natale.
Lo spirito del Natale.

Tutto via.
Non si vede l’ora di rientrare nel cammino quotidiano.
Non si vede l’ora di camminare nel corso normale del tempo.

L’Atteso delle profezie, il Veniente, l’Emmanuele… Neanche il tempo di vederlo arrivare e subito tutto via.

Da un lato l’impazienza di camminare e crescere con Lui, dall’altro la quotidianità dove si manifesta l’umanità bisognosa della Misericordia.
In mezzo ci siamo noi, un po’ Magi, un po’ Erode, indecisi se tornare a casa per altra strada o rimanere qui, venirti a cercare, trovare e poi…

Cresci bene, cresci in fretta Divin Bambino, io rimango qui, il mondo laffuori, ed io qui a contemplar le luci colorate di una notte con Te…