Mi glorio della mia debolezza, perché abiti in me la potenza di Cristo. * La sua forza si manifesta nella nostra debolezza.
℣ Portiamo questo tesoro in vasi fragili, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio.
℞ La sua forza si manifesta nella nostra debolezza.
Ieri confessione con don Silvano, prete di Venezia.
Oggi ritornano nel responsorio dell’Ufficio delle letture le parole che mi ha donato durante la mia confessione.
Le parole di Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi.
Possiamo fare caso a queste cose oppure no.
Dio parla, continua a parlare al cuore di ognuno di noi.
Usa quanti si lasciano usare, strumenti di salvezza.
Si, Dio agisce sempre tramite qualcuno.
Oggi però è Festa!
È la Festa del Perdono d’Assisi!
“Francesco quanti anni vuoi concessi di indulgenza?”
“Non voglio anni ma anime!”.
E ricorderò sempre il 2 Agosto del 1996, in fondo per me tutto ha avuto inizio quel giorno…
Rieccoci qui…

A dirci sempre le stesse cose,
a chiedercene di nuove…
In silenzio finché si può…
Davanti a Te…
Stava da solo in chiesa, un prete come tanti, un uomo come tanti altri.
Stava da solo, in silenzio, pregava davanti a un altare sul quale era riposto l’ostensorio con il Santissimo Sacramento.
La sua fede, fatta di tante cose piccole accumulate nel tempo, aveva trovato in quel momento di silenzio uno dei momenti più belli e aspettati della settimana.
Stare li, con il suo Signore, ascoltando in silenzio quanto aveva ancora da dirgli, nello stesso silenzio raccontargli a bassa voce degli incontri, delle storie, dei successi e dei guai…
Eccomi sono qui! Rimarrei così tutto il giorno, la sera, la notte. Un granello di incenso, una fiammella danzante, le luci e le ombre… sono qui, eccomi!
Cosa hai da dirmi oggi? Di chi vuoi parlarmi?
Posso dire tutto? Ma tu già lo sai! Sei con me tutti i giorni!
Però dimmele le cose! Dai, racconta pure…
Siamo solo io e Te… leggile dentro me!
No, no, dille tu, anche a bassa voce…
Ti parlo di lei allora…
Parlami di lei…
Ti parlo di lei perché sembra non le vada mai bene niente, perché mi sembra stanca e confusa…
Ah si? Non lo immaginavo…
Ti parlo di lei perché a volte la sento piangere, fragile e triste, lei piange…
E tu cosa fai?
Rimango li, triste con lei… cerco di tirarla su. E poi fugge…
E tu cosa fai quando va via?
Io l’aspetto! Senza dire niente, senza giudicare, senza aggiungere o togliere nulla… l’aspetto! Perché così come l’ho incontrata, così so che tornerà.
Anche io faccio così con te.
Lo so e so che hai già compreso di chi sia quell’anima…
È la tua, lo so che è la tua… poco però importa di chi sia, di chiunque sia, so che tornerà a me…
Alla ricerca della gioia!

nel presente e nel futuro,
perché con le semplici gioie
che disponi nel nostro cammino
aspiriamo con serena fiducia
alla gioia che non ha fine!
Il fantasma del Natale

Nei miei anni di vita ho vissuto quasi mezzo secolo di celebrazioni natalizie.
Nel tempo sono cambiate, perché in fondo sono cambiato io…
Il Natale della mia infanzia lo ricordo attraverso qualche foto, momenti personali conservati e custoditi in me, a casa dei nonni, con i cugini piccoli, l’emozione dei regali da aprire, le mangiate luculliane e non, l’importante stare bene insieme con gli zii, amici e parenti, che nei miei ricordi mi sembravano già grandi quando li ho visti… Oggi invece siamo tutti più anziani con i segni del tempo…
Poi dopo la morte di papà le cose sono andate diversamente, per anni, come un fantasma il Natale mi ha portato tanta tristezza e tante lacrime… Saranno stati pure belli quei giorni ma mancava qualcosa, mancava qualcuno…
Oggi, in questo Natale del Signore nell’anno 2022, non c’erano fantasmi del passato a terrorizzarmi…
Oggi è tutto diverso.
Metti che c’è un pizzico di fede in più.
Metti che questa fede non ci invita a tenerla nascosta ma a viverla.
Metti che nel dire grazie a Dio per i doni che ci ha fatto, una volta riconosciuti i doni, tutto il resto passa in secondo piano.
Oggi non ci sono fantasmi, l’unico fantasma è lo zio Massi che gioca a fare il fantasma con la nipote Nora… E me lo ha chiesto lei!
E nella Luce che squarcia le tenebre è già Natale!
Attendere…

Passó tutta la vita cercando altro e andando oltre.
Poi si accorse che tutto era già qui.
Tutto.
Ogni cosa… no, tutto.
Alcuni chiedevano come avesse fatto, come poter fare.
Altri restavano muti, in silenzio.
Altri ancora non sapevano cosa dire. Non avevano nulla da dire?
Altri infine domandavano come potesse essere arrivato a questo stato… come si fa?
Come si fa?
“Fate così!“, disse a voce alta anche se era rimasto solo.
“Fate così! Passate la vita intera a cercare, cercate, trovate, ricercate, ritroverete.
Ma voi ora dove siete?
Non ci siete!
Non vi vedo, non vi ascolto, dove siete?
Di certo non qui!
Qui ci soltanto io… a voi sembra!
Non è così!
Qui ci siete anche voi!
Tutti voi!
Non andate via da me, anche se siete lontani o vi allontano io, anche se siete scomparsi o sono scomparso io…
Voi siete qui.
Che vi piaccia o no.
Voi siete qui… “.
Restava, aspettava,
altri prima o poi sarebbero arrivati…
Chissà se lo sai…

Tu lo sai, lo hai sempre saputo, vorrei però sempre saperlo io… Io dimentico, lo dimentico troppo spesso. Chiudo gli occhi e tutti i buoni propositi vanno via… Via lontano da qui. Aiutami a ricordare. Sempre. Ogni giorno.
Cosa ti chiederò mai?
Aiutami ad avere fiducia in me!
Non ti sto chiedendo cose impossibili, irrealizzabili… Ma te lo sto davvero chiedendo?
Sono le mie domande, sono le domande di tanti…
Potrei continuare con mille altre ancora.
Ma è nel silenzio, profumo di incenso che sale verso il cielo, che il Maestro parla al cuore…co
Così adesso lo so.
Poi parliamo delle distanze, del cielo,
E di dove va a dormire la luna quando esce il sole
E di come era la terra prima che ci fosse l’amore
E sotto quale stella, tra mille anni
Se ci sarà una stella, ci si potrà abbracciare?
E poi la notte col suo silenzio regolare
Quel silenzio che a volte sembra la morte
Mi dà il coraggio di parlare
E di dirti tranquillamente,
Di dirtelo finalmente
Che ti amo
E che di amarti non smetterò mai…
Così adesso lo sai.
Caro Francesco…

Mi hai chiesto di scrivere qualcosa non più a caldo sul pellegrinaggio… hai ragione, erano pensieri, “parole a caldo”, maturate tra la stanchezza della sera e le luci lontane del mattino, trascrizione di riassunti emotivi di quanto vissuti il giorno prima.
Ora è il tempo di scrivere riflessioni a freddo… ma il caldo, il calore, è quello che giunge da quanti in questi giorni di rientro mi hanno accolto con un sorriso, con un grazie, per quanto sono riuscito a trasmettere in pillole, da quanti come pellegrini in Terra Santa hanno maturato scelte e consapevolezze di fede mai avute prima…
La riflessione a freddo nasce ora, in un momento di stacco davanti al Santissimo: per i credenti, per i cristiani cattolici, li, in quel pezzo di Pane, di Ostia, illuminato e incensato è presente, presenza viva e reale Gesù Cristo, lo stesso che abbiamo ritrovato nella fede lungo le strade affollate, deserte, polverose di una Terra lontana da noi e pure così simile ai nostri luoghi.
Mi fermo qui quando posso, non perché io sia più santo di quelli che non lo fanno, ma perché in realtà ho bisogno di stare alla Sua Presenza per capire meglio la mia essenza…
Non sono andato in quei luoghi perché speravo di non essere più peccatore, grande miracolo, ma perché il Signore mi aiutasse a comprendere ancora di più cosa vuol dire essere figlio, cosa vuol dire essere padre…
Di quei luoghi, spero nel profondo che anche tu possa conoscerli, porta con me ogni singolo granello di sabbia, ogni fiammella accesa, ogni sospiro di vento, ogni viso incrociato, tutte le mani giunti che ho visto in preghiera.
Parlami del viaggio… è il cammino che facciamo dentro noi, è pellegrino il nostro cuore che trova pace quando giunge alla meta che è Lui!
Porto con me i sorrisi e le lacrime versate prima di partire, le lacrime e la gioia di chi ha fatto ritorno e ha compreso molto di più se stesso.
Lo ha compreso dinanzi a Lui.
Vorrei poterti scrivere ancora, credo che lo farò appena potrò, nel frattempo ti chiedo, nel tuo piccolo di sostenere il mio cammino da presbitero, anziano, con la tua amicizia e con la tua preghiera…
Appunti di un pellegrino… 8

Finiscono qui gli appunti di un pellegrino, già, questo è l’ultimo appuntamento. So che vi mancheranno, ci saranno però tante altre occasioni di incontro. Intanto cominciamo e finiamo da qui!
Giorno dedicato alla Visitazione, Maria corre dalla cugina Elisabetta, grembi sussultanti di gioia, testimoniata e trasmessa.
Giorno che sa di fretta, delle ultime cose messe dentro ai bagagli, delle parole scambiate tra i pellegrini, delle attese e dei ritardi che difficilmente si recuperano.
E tu… perché il tuo passo è veloce?
Scappi da qualcosa o da qualcuno?
Hai sempre tante cose da fare?
Tu chi sei?
Già chi sei?
Perché sei hai fatto esperienza del Risorto la tua non sarà una semplice fretta spinta dalla voglia di fare…
Sarai mosso soltanto dalla gioia dell’annuncio, vivrai non lo stress, ma la pace nel cuore di chi sa che a Dio tutto è possibile, di chi lascia fare a Dio, perché Lui vuole che tu sia soltanto in Lui!
Non siamo in ritardo… c’è sempre tempo per la salvezza di Dio!
Ferma i tuoi passi, calma il cuore, respira lentamente e Ama… solo così sarai testimone del Risorto!
Appunti di un pellegrino… 7

Chi ben comincia è a metà dell’opera.
E quando finisce? Quando finisce bene?
L’esperienza del sepolcro vuoto è esperienza di ciò che è finito, apparentemente, di ciò che ha un nuovo inizio.
Non finisce nulla.
È risorto!
Camminare lungo le strade di Gerusalemme, fuori o dentro le antiche mura, osservare, fotografare, gustare odori, sapori, colori.
E pensare…
È la stessa città che hai visto e vissuto Signore?
Sono gli stessi uomini?
Se fosse successo ora ti avrebbero crocifisso?
Possono essercene altre domande, tante altre.
Credo però che anche se quei fatti succedessero oggi…
La risposta sarebbe sempre la stessa!
È risorto!
E non ci resta che annunciare al mondo che Lui è risorto, Gesù Cristo è il Risorto!