Altro da aggiungere?
Samuel
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Pensate che voglia soldi? Credo che ancor prima di pochi spiccioli voglia che sia riconosciuta la sua dignità.
Lo incontrate, salutatelo, fermatevi un attimo a parlare con lui. Certo è indispensabile saper parlare inglese… a quel punto comincia come un fiume in piena ad inondarvi delle sue parole. Si accende, si anima, un fiume in piena che si ingrossa sempre più.
“I’m a christian, pentecostal….”, fa lui.
“I’m priest, catholic…”, rispondo io.
Le piccole battute iniziali gli fanno dire che parlo bene inglese… ogni tanto mi sfugge qualche parola, gli chiedo di trascriverle, gli do carta, penna, un supporto improvvisato… e poi le sue parole lasciano il foglio…
Sanno di indifferenza, di quanto lo siamo qui a Palermo: eppure siamo sotto lo stesso cielo, lui cerca di mantenersi umile, ma certe cose non le capisce… vuole tornare in Ghana, vuole tornare a trovare la sua famiglia, parla e si agita.
Ci guardano da lontano, agita le braccia mentre parla. Chissà cosa pensano che stia succedendo. Sinceramente sono li io e sotto un timido cielo azzurro le sue parole, il fiume, sono acqua davvero fresca.
Acqua che bagna l’aridità, la mia, poi forse quella della Città.
Mi invita ad andarlo a trovare qualche domenica nella chiesa che frequenta, mi lascia il numero del pastore. Aveva provato a chiamarlo, non ha avuto risposta. Proverò a chiamarlo io in questi giorni.
Samuel è sempre li, poi torna a casa…
Benvenuti!
Era da tempo che ci pensavo…
poi mi sono detto… perché no?