Una foglia, appesa ad un albero, ai continui passaggi del vento, piccoli tocchi leggeri, sentiva crescere un senso di libertà, qualcosa acquisito nel tempo.
Un giorno, stanca del suo continuo passar senza mai fermarsi, disse al vento: “Spero presto di poter venir via con te… si, portami via con te!”.
“Non posso farlo ora, non so nemmeno quando potrò farlo…”, rispose il vento, “trascorro molto tempo sospeso sopra la terra e occupando il cielo, ma non so se potrò mai portarti via con me!”.
“Peccato, non sai quanto mi dispiace…”, rispose in modo sconsolato la foglia.
Poi però, sul finire dell’estate, la foglia aveva già cambiato colore, il verde aveva ceduto il passo a delle chiazze con tinte più chiare, come se svanissero i colori con tutta la foglia.
Si presentò il vento, ancora una volta a lambirla, tocco leggero, come una piuma…
“Portami via con te…”, disse ancora una volta la foglia, flebile voce che sapeva di tempo passato forse troppo in fretta.
“Portami via…”, riprese ancora.
Poi il silenzio.
Per un attimo il vento cessò.
La foglia fece un volo a caduta libera, leggera era lei non il vento, non si udiva muoversi nemmeno un capello…
Toccò terra e cominciò ad accartocciarsi.
E disse: “Se non vuoi o non puoi portarmi via con te, ti stringerò sempre più forte a me…”.
Il vento allora andò via e nessuno vide mai verso dove…