Scrivere una mail senza apparente senso, almeno nel suo oggetto.
Solo un modo per "attirarti"…
"Non so cosa cambia, cosa resterà,
se si cresce con il tempo o con lo volontà…
o si rimane uguali
Ma se insieme a Te, io guardo su e ancora su,
fino all’estremità, poi volo anch’io…
Fenice dalla cenere, per ritornare a vincere, poi volo anch’io…"
Attirarti… non in una trappola ma in una mia riflessione…
Ascoltavo questa canzone, è del 1991, dei Matia Bazar…
E ho pensato che ti avevo pensato oggi, ma anche ieri.
E mentre ora pensavo al fatto che ti avevo pensato, pensavo anche a questo periodo, questi giorni: se non ricordo è uno dei tuoi "periodi" critici, il compleanno tuo, la morte di tuo fratello… e forse nella mia "assenza" di questi giorni dovresti cogliere ancora di più la presenza di Altro!
La tua Cresima spero stia iniziando a portare i frutti nella tua anima.
Preso per ora dagli impegni di studio, fatto già un esame (andato bene!), ne rimangono ora altri tre… poi arriverò così spero più rilassato alla mia Ammissione.
Credimi: è un passo importante! E qui ora comincio a sentire la "pesantezza" della responsabilità nonché la necessità di tagliare con il mondo e con molte delle sue seduzioni. Se da un lato mi sento parte di questa realtà terrena, molte volte per la sua ricca contraddittorietà, sfugge alle mie nuove logiche: vengono in aiuto le parole della lettera a Diogneto "i cristiani sono nel mondo, ma non sono del mondo… i cristiani sono come l’anima per il mondo…"
Parole queste, d’altra parte il Vangelo ha un effetto molto più dirompente, parole che si scontrano con il mio vissuto, abbattere per poi ricostruire, pars destruens e pars costruens (dico bene?)
Necessità di stare insieme all’altro, andargli incontro.
Avere solo cinque pani e due pesci: ma metterli a disposizione per dare noi stessi da mangiare, dare a mangiare noi stessi. Il sacrificio del maschio della mantide religiosa (la femmina mangia il maschio perché la riproduzione necessità di ingenti quantità di energia…) Dare noi stessi agli altri.
Sartre: l’altro è il mio inferno. Un missionario comboniano, tempo fa, ha concluso la messa dicendoci "Andate all’inferno, non in pace…"; capisco ora il significato dell’inferno in cui a volte mi sembra di vivere, inferno all’interno del quale è difficile stare… Andare non verso un "io" ma verso il "tu". Troppo facile allontanarsi, scappare, fuggire dalle proprie responsabilità. Andare incontro all’altro… all’Altro.
Insieme a te… è necessario che sia "Te"!
Anche la fenice: usata con un chiaro riferimento cristologico.
Tutto da un po’ di tempo a questa parte mi parla di Te. Sentirsi innamorati. Di Te. Attratti verso Te.
Pensieri sparsi questi miei… tra le righe solo la sicurezza di una verità… la Verità!
A presto!