Distrazione

Non prestano attenzione alle mie cose
le persone che penso di volere bene.
Figurarsi tu,
che sei invece la certezza del volermi bene…

L’aereo

Apre le ali verso il cielo, possente,
solca strade che non vediamo.
Attraversa nuvole e tempeste
sorvola paesi, mari e deserti.
 
Porta in se un carico di umanità
raccolta da mille strade…
Vanno insieme verso la stessa meta
la conoscono, sanno dov’è?
 
Allora portami con te,
senza valigia, senza bagaglio.
Senza un ricordo del passato.
 
Per arrivare insieme alle genti
nel posto dove tutti sono felici,
nel posto dove non sono mai stato…

Bucce

Dove trovi Dio nella tua vita? Se dovessi farmi una domanda del genere credo che l’unica possibilità di risposta potrebbe consistere nell’insistere sulla "banalità" della mia vita. Nella quotidianità ordinaria, quella che crediamo essere così "banale", che ci spinge a vivere banalmente, attimo per attimo, che ci spinge a sognare, volare, evadendo dalla realtà che dovrebbe vederci invece attori protagonisti, non semplici comparse. Dove incontro Dio? Nel mio quotidiano, nel mio ordinario, nel mio essere Massimiliano. Non altri. Ma essere semplicemente me stesso. Riconoscendomi. Chiamandomi per nome, lo stesso nome che ci è stato dato. Lo stesso.
Nell’esperienza del quotidiano incontriamo Dio come il Signore che ci salva, nelle ferite che si susseguono, nei giorni in cui, per vari motivi abbiamo il cuore ferito, il cuore interrogato da domande alle quali non sappiamo dare risposta, domande che sono state fatte da persone che non vogliono più sapere la risposta. E allora le domande sono nostre o degli altri? Le domande sono… rimangono, sospese, in attesa.
 
 
Dalla finestra si vedono solo alberi di arance…
Carichi di frutti tondi, succosi.
 
Se chiudo gli occhi posso sentirne il profumo.
L’aria sembra esserne piena.
 
Mi spinge a sorridere,
è una foto, un quadro,
mi vien da ridere al solo pensiero:
una mano, ora, coglie dei frutti.
 
Di te parlerò al vento…
porterà con se le mie parole,
ed il profumo degli agrumi.

Con il naso verso il cielo

Ho fissato il tuo cielo Signore, l’ho guardato potevo contarne le stelle, erano chiare, distinte su nel cielo, giocavano a farsi contare da me… poi ho perso il conto, rendendomi conto che solo Tu che le hai fatte puoi contarle, puoi chiamarle per nome… i nomi che abbiamo dato ad alcune costellazioni sono ben poca cosa, Tu invece le conosci tutte, io sono ben poca cosa.
 
Ho visto nel pomeriggio il cielo Signore, l’ho guardato, ampie distese azzurre si aprivano davanti ai miei occhi, fino a confondersi all’orizzonte con il mare, entrambi dello stesso colore… una linea che si confonde, non più distinta che univa la realtà del cielo con quella del mare. Dentro il mare stanno tanti abitanti e da sempre provvedi all’uomo con i frutti delle acque… e dalle acque l’uomo trae la vita, irriga i campi, riempie le zolle che il sole rende aride… le stesse zolle che irrigate daranno poi la vita ai semi che Tu, Signore e Seminatore adagi tra le pieghe della terra.
 
Ho fissato il mio sguardo al cielo, una grande nuvola tra l’azzurro alto del mondo, creava giochi di figure, di luce, quasi un filtro per la luce: sembrava ferma, fissata insieme a tutti gli altri elementi dello spazio esterno, dipinta sul vetro della finestra. Sembrava, non lo era. Ho visto la luce cambiare, fino ad avere un riflesso rossastro tipico del tramonto, poi è calata la notte, e ho visto le stelle…
 
Anche tu mi hai fissato Signore… sei andato oltre però il semplice guardarmi, hai dato ascolto al grido del mio cuore, hai scrutato il mio dolore e vi hai messo una mano… hai raccolto le lacrime che non ho pianto, con quelle hai irrigato l’aridità del mio viso, hai spianato le rughe del mio volto, mi hai donato il sorriso della speranza… ed ora nel silenzio ascolto la Tua voce, la Tua Parola… Non più parole fatte di immagini quotidiane, di semplice vissuto ma stupore…
Parola che va oltre le parole, le stesse che non sento più da voce di essere umano…

Grazie a chi so io…

In fondo non c’è molto da capire.
Trovare la risposta alla nostra domanda non è importante.
 
Capire che quella risposta cambierà ben poco o nulla nella nostra vita…
questo è davvero importante!
 

Chi scrive sul blog a Capodanno…

Finisce così un anno e ne inizia uno nuovo.

Sempre così… uno finisce, un altro ne comincia.

Cambia qualcosa nella nostra vita? Cambia o la faremo cambiare. Possiamo solo fare dei bilanci di fine anno e delle timide proiezioni di quanto accadrà domani. Timide. Diventano certezze solo se hanno per base solida il Signore.

Poi ci si ferma, si fanno delle domande, chi sono, verso dove vado. In altre occasioni ho esternato queste domande. Ed ancora ed ancora torneranno a farsi vive nella vita. Diversamente non avrei molto da vivere. Le domande mi interrogano, mi cimento continuamente nel dare loro risposta, nel superarmi, superandole. Troveranno risposta? Nell’Eterno l’avranno!

Tempo di bilanci dicevo, tempo propizio per vedere cosa abbiamo fatto di bello e buono e cosa potremo fare di meglio. Tempo per contare quei passeggeri che sono saliti e che poi sono scesi, timidi visitatori del nostro scompartimento. Un’occhiata fugace, una chiacchierata, anche confidenziale, poi via… magari per poi tornare come se non si fossero mai allontanati. O chissà per quale altro motivo.

Tempo. Di un treno che passa in ritardo, sempre. Noi fermi alla stazione, non sappiamo quando ripartirà. Aspettiamo che si liberino i binari che nel frattempo sono stati occupati per protesta. Intanto sempre più persone popolano quei binari… chi sono, dove vanno? Salgono sul mio stesso treno? Loro corrono veloci sapendo la loro meta?

Chi siete? Vi conosco forse? Vi conosco per quello che mi avete mostrato essere, non per quello che siete realmente: c’è davvero una così profonda ed abissale differenza tra il vostro essere ed il vostro apparire? Chi siete? Perché siete qua? Avete sbagliato stazione… non è la stessa mia, la vostra è più avanti, qualche metro più avanti…

Altri vengono a trovarti alla stazione, prendono un fazzoletto, ti salutano muovendo freneticamente la mano… anche se non sei ancora partito. Altri prendono un tuo recapito, prima o poi almeno una cartolina la riceverai. Altri… Chi sono gli altri?

Quelli che ti vedono, ti salutano, come se ti avessero lasciato solo il giorno prima. Quelli che forse avresti dovuto lasciare fin dal primo giorno. Capire che si è chiamati ad un cambio profondo delle proprie relazioni. Essere al centro di un nuovo modo di relazionarsi. Anche quando ci si è detto tutto. Non abbiamo più niente da dirci ne da inventarci. Abbiamo speso tutto nel nostro dialogo. Mi domando solo se abbiamo avuto modo di ascoltarci… accolti ed ascoltati.

 

Le risposte arrivano, quando meno te lo aspetti, quando pensi di dubitare di tutto e tutti, mettendo in discussione il dono che hai più bello, la fede, il Signore ti risponde dandoti prova del suo esserci da sempre nella vita dell’uomo. In quella mia, in quella tua, chiunque tu sia che leggi.

E poi… ti svegli, sei ancora solo a casa.. che fare? Prepararsi, mettersi su, un sorriso, un vestito nuovo, o almeno pulito, uno slancio di dignità, un carnet di buone intenzioni, buoni propositi per il nuovo anno, belle speranze, riempirsi di fede, speranza e carità e ricominciare. Cominciare il nuovo anno nel miglior modo possibile per poi finirlo in un modo tragico? No, cominciare con un nuovo atteggiamento, un costante inno alla vita, al dono che ci è stato donato. E ancora una volta rendere grazie. Ritrovare la forza per stupirsi e lasciare stupiti. Chi sei tu? Cosa hai detto? Cosa ci siamo detti? Abbiamo detto tutto? Abbastanza forse, ma non tutto, non sappiamo ancora come sia finita. Ma sono bravo ed io ricomincio, con o senza di te. Tornerai quando vorrai. Fiduciosi del tuo ritorno. Certi del Tuo Ritorno!

Si, Tu ritorni sempre, sei sempre presente, non vai via, per quanto possa essere distante Tu sei vicino, non ci abbandoni mai… inutile scalciare, gettarti via, fare i capricci, comportarsi come… come non saprei mai comportarmi, Tu ci sei!

Ci sei, mi accompagni, guidi il cammino di ognuno… e sei presente in tutti gli amici che ho… perché volerne sempre di più? Qualcuno mi ha detto che bastano già gli amici che si hanno, perché desiderarne altri? Non è un gioco, non sono Pokemon da collezionare, sono solo amici, nei quali vedo Te. “Averne” altri… collezionali tutti! No, non è così. Sono perle che si accumulano, tesoro dopo tesoro, siamo disposti ad andare in cerca di… quello che abbiamo perso, non perché era nostro, no, nessuna appartenenza, solo un senso forse di custodia, di dono dato perché ne fossimo responsabili… una vita in dono per esserne responsabili, della propria, corresponsabili, di quella altrui. Ci riusciamo, facciamo dei tentativi, goffi, buffi, ci scappa una grassa risata, poi stiamo su, diventiamo seri, riusciamo, si, forse. Ma ci impegniamo. E se sbagliamo chiediamo ancora una volta di poter ricominciare.

Elementi che caratterizzano il mio intervento da primo dell’anno, neanche se fossi il presidente della repubblica di me stesso, sono l’amicizia e la voglia di ricominciare… la prima la porto dal vecchio anno, la seconda la troverò lungo il cammino del nuovo. Parole scritte, non dette, ma scritte, affinché possano rimanere come due cartelli che danno il benvenuto ai soliti propositi di vita nuova. Signore, non anno nuovo vita nuova, ma cristiano, vita nuova!

È l’anno della consapevolezza, quello di aver incontrato Te, di averTi incontrato negli occhi di chi ha camminato con me e di chi camminerà ancora, di chi ha lasciato il cammino ed ora corre, o cammina verso di Te senza di me, o si allontanda da me, da Te…

Niente treni, solo amicizia… alla stazione tutte quelle persone erano ferme solo per manifestare la loro amicizia, nei miei confronti. Una vera e propria manifestazione, con cartelli, slogan e quant’altro fosse richiesto dalla situazione. A MI CI ZIA, A MI CI ZIA! Gridano tutto il tempo così, scandiscono la loro presenza con quelle parole, le sentono proprie, le gridano, le urlano, fino a restare senza voce e chiedere all’amico una tazza di tea con il miele: “approfittano” della tua presenza. Altri approfittano di te. Ma non sono li alla stazione, rimangono fuori, rimangono a guardare lo spettacolo, non parlano, non dicono niente, non hanno niente da dire, entrano per chiedere informazioni alla biglietteria, ma tutta quella confusione non li interessa minimamente.

 

In fondo sono solo strano. Remo contro tutto e tutti, vado contro da un pezzo della mia vita, remo remo… navigo con la mia barchetta nell’oceano del mondo. Destinazione, io la so, la conosco, so dove voglio arrivare…  E remo, controcorrente ma remo. Vedo tutti gli altri che si muovono in una direzione opposta alla mia, grido loro di cambiare, ma loro vanno in un senso, io in un altro. “È strano” pensano, io continuo a remare…

 

Chi sei tu o amico mio? Chi sei tu? A volte la mia barca si ferma e ti incontra, ti accoglie… tu mi accogli. Ricordo la prima volta che ci siamo visti, la prima volta che abbiamo parlato, e poi… quando ci siamo visti ancora, e poi ancora e ancora. Ricordo. Tutto. Chi sei tu ora?

Sei forse solo una di quelle persone che vengono nella nostra vita? E perché?

“Quando qualcuno è nella tua vita per una ragione, di solito è per soddisfare un bisogno cha hai espresso. È venuto per assisterti attraverso una difficoltà, per darti consigli e supporto, per aiutarti fisicamente, emotivamente o spiritualmente. Può sembrare come un dono del cielo e lo è.

È lì per il motivo per cui tu hai bisogno che ci sia.

Quindi, senza nessuno sbaglio da parte tua o nel momento meno opportuno, questa persona dirà o farà qualcosa per portare la relazione a una fine.

Qualche volta se ne va. Qualche volta muore.

Qualche volta si comporta male e ti costringe a prendere una decisione.

Ciò che devi capire è che il tuo bisogno è stato soddisfatto, il tuo desiderio realizzato, il suo lavoro finito. La tua preghiera ha avuto una risposta e ora è il momento di andare avanti.

C’è chi resta nella tua vita per una stagione, perché è arrivato il tuo momento di condividere, crescere e imparare. Ti porta un’esperienza di pace o ti fa semplicemente ridere. Può insegnarti

qualcosa che non hai mai fatto. Spesso ti dà un’incredibile quantità di gioia.

Credici, è vero. Ma è solo per una stagione!

Le relazioni che durano tutta la vita ti insegnano lezioni che durano tutta la vita, cose che devi costruire al fine di avere solide fondamenta emotive.

Il tuo lavoro è accettare la lezione, amare la persona e usare ciò che hai imparato in tutte le

altre relazioni o momenti della tua vita.

Si dice che l’amore è cieco ma l’amicizia no.

Grazie per essere una parte della mia vita, che sia una ragione, una stagione o tutta la vita”.

 

Devo iniziare a pensare il mondo degli affetti filiali come l’e-mail che mi è arrivata e che ho riportato sopra?

È così che va? Davvero, è proprio così? È cosi che stanno le cose? È davvero questo il senso profondo di una lettera che mi è arrivata il giorno di Natale? O è solo una mail per suscitare in me qualcosa da comunicare? Un effetto collaterale dell’amicizia è la comunicazione!

Ma tu… tu che hai rimandato quella lettera ad una serie interminabile di contatti, si tu, forse il giorno di Natale non avevi altro da fare che mandare simili e-mail… un modo come un altro per non dare una mano a tavola, apparecchia, sparecchia, cucina…

Forse è invece è un modo per dire altro. Ne approfitto io, lo trovo io il modo per dire altro, perché in fondo ho altro da dire…

 

Giorno 25 dicembre 2007

Guardo un dvd dei REM, mia madre è a letto che dorme, sta poco bene, io sono a casa, sul divano che provo anche il mio nuovo modem wireless.

è una scena diversa da quella che ho vissuto nel 1991, anche se me la ricorda non poco… Mio padre stava male, la febbre, l’influenza e quant’altro avesse di male il suo fegato…

 

Ricordo sempre questi giorni in questo periodo, ancor di più oggi, mia madre è a letto, mio padre era seduto sulla poltrona accanto alla mia, l’albero acceso, il presepe pure… era Natale anche quel giorno, è Natale anche oggi.

 

E leggendo la tua mail, LE PERSONE VENGONO NELLA TUA VITA PER UNA RAGIONE…con tutto quello che sta scritto dopo, non posso invece pensare a chi viene nella nostra vita e va via… solo perché siamo noi a volerlo mandare via…

Parlo così di Gesù, che nasce in mezzo a noi, povero, piccolo… e poi siamo baravi a buttarlo fuori dalla nostra vita.

Dobbiamo guardare un gradino più in alto, molto più in alto: fissare il nostro sguardo su di Lui, sulla trascendenza che riempie un cucciolo d’uomo… ed è difficile guardare quel Bambino e non restare stupiti, colmi di stupore per tutta la nostra vita. Se ciò non accade vuol dire che i nostri occhi in fondo non li volgiamo a Lui, solo all’immagine sua, quella che disegnamo noi, quella comoda, dal tratto morbido, indeciso…

 

E di lezioni, credimi, ne abbiamo tante da imparare… non solo una ragione, una stagione… una vita di lezioni da imparare…

E abbiamo anche da pregare, non solo lavorare o utilizzare, soprattutto pregare.

Ringraziare.

Ringraziare il Signore per il dono dell’amicizia, per il dono che ci è stato donato lungo il cammino…

Sperando e pregando di poter condividere sempre la vita con i nuovi amici che il Signore ci farà incontrare lungo il sentiero della vita…

Sperando, pregando, ringraziando…

 

Grazie di tutto…

 

Giorno 1 gennaio 2008

Grazie di tutto, l’anno che verrà è già arrivato, il Signore che doveva venire, pure…

Possa cambiare la nostra vita!

 

Con ogni benedizione possa cambiare! Credimi, cambierà so già che sta cambiando. Come il vento.

Ora non è più freddo, non si sente più. Il vento cambia… e lo abbiamo lasciato cambiare.

È andato, non gli abbiamo chiesto di rimanere. È andato via…

 

Mi sistemo un poco, faccio colazione, raggiungo i miei familiari a casa di mio fratello.

E almeno oggi non penserò a chi è andato via, rapito dal vento…

Metto su un sorriso, uno vero… sono pronto!

 

Felice anno nuovo!

E che mi racconti?

Se mi dai un paio di ore ti racconterò un bel po’ di cose…

Da dove cominciare? Come al solito, si pensa di fare le cose ben organizzati, si prendono appunti qui e la, poi al momento di trascrivere non si trova più il foglio… e allora cambiamo assetto, organizziamo diversamente i nostri pensieri…
 
Cominciamo da un pensiero, un "angelico" pensiero…
Ti ho avuto davanti per parecchi giorni, tanti. Ti ho guardato. Ho avuto modo di vederti da vicino, scrutarti nel profondo, ammirarti nelle tue forme tonde, tarlate, rovinate poco dal tempo… piccoli buchi qua e la, segni manifesti di altra vita che si ciba di te che non sei più in vita. Ma sei li davanti a me. Ti ho guardato, mirato, ammirato. Ma forse sempre con troppa poca attenzione. Cercavo un’ispirazione per completare un lavoro, una copertina, un’immagine che non sentivo venir fuori da quello che avevo dentro. Anche se avevo te. Ti avevo, ma tu non mi avevi. Avevo te senza essere entrato in te, senza esser andato oltre te. E tu eri li. Ad un tratto eri tu a fissarmi. Aspettavi che finalmente accogliessi te. Per quello che sei, per quello che rappresenti. Un angelo inginocchiato, in preghiera. Poi parlando con chi è un anziano nella fede mi è arrivata l’idea, ti sei mostrato per come non ti potevo vedere, forse non ti volevo… Ti ho guardato con occhio scevro da sovrastrutture. Non più una statua. Ma l’io del pellegrino errante che si ferma davanti a Te in ginocchio. E li ritrova la sua casa, la Tua. Ed alla fine la copertina fu…
 
Riflettevo nei primi giorni di quest’Avvento che tra poco volgerà al termine, sulla vicinanza di Dio, sulla lontananza dell’uomo. Il non accorgersi del Dio-con-noi. E ricordarci della sua presenza solo durante un giorno. E gli altri? Non importa, almeno un giorno lo abbiamo pensato… Illusi.
Se tornasse tra noi ora ci troverebbe impegnati nel prepararci alla sua venuta?
Troverebbe il popolo che brancola nel buio, la generazione perversa, che pensa a tutto tranne che a Lui. Siamo troppo indaffarati nel prepararci per l’uscita del sabato sera che non ci accorgiamo di un’attesa che dura già da duemila anni. Un tempo troppo lungo per l’uomo, che facilmente dimentica… e si è già dimenticato di Te. E non sente più il clima che ci conduce a Te. Luci, suoni. Tutto non ci parla più di te. Dove sei? Sembriamo cercarti, per mare e per terra. Lontano. Ma tu sei vicino… giochi a nascondino con noi. Giochi a nasconderti con chi non ti cerca, non ti vuole cercare, non vuole seguire la tua kenosi, il tuo svuotamento, annullamento, fino a giungere dalla Tua trascendenza alla nostra fisicità, corporeità, realtà. Giocare ad essere visibile con chi ormai ti immagina invisibile, vuoto, svuotato, assente, annullato.
Annullato… come il mio da fare di stasera. Troppi impegni, troppe cose da fare. Allora si deve rinunciare ad andare da una parte per restare invece a casa, fare il punto della situazione. Pensare alla pazzia dell’uomo, sempre ben poca rispetto alla follia che il Signore ha “mostrato” di avere incarnandosi. Ed ad ogni modo sono pur sempre due differenti tipi di pazzia. Magari in certi casi per noi, la pazzia è la nostra schizofrenia. Ricominciare come se fosse un cominciare la prima volta, come se non fosse successo mai nulla prima. Un eterno ripetersi in questo modo di agire, di vivere. Rendersi conto che la propria felicità va oltre il tornare ciclico delle onde. La nostra felicità esula dagli altri per fondarsi solo su Altro che è… la nostra felicità è Lui… e gli altri, testimoni, personaggi attivi, ci parlano di Lui, tutto ci parla di Lui, ci riconduce a Lui. Ma non siamo di certo panteisti.
Rimangono piccoli spazi da verificare… come la nostra preghiera solo per chiedere… ed una volta ottenuto? No mi era capitato mai di restare stupito, quasi senza parole, per aver ottenuto qualcosa… si prega, si ottiene. La salvezza delle nostre anime, la nostra santità. Si prega per cosa? Per ciò di cui si ha veramente bisogno? E di cosa si ha bisogno? Chi può dirlo? E chi può darcelo? E il nostro stupore? Dove lo mettiamo? Ne conserviamo ancora una dose massiccia da usare nel quotidiano? O lo perdiamo strada facendo? È forse bucato il sacco che lo contiene? I nostri occhi sono sempre più spenti, non stanchi ma spenti… non arrivano più a cogliere la bellezza che traspare da ogni parte, la stessa bellezza che messa a contrasto, un forte contrasto con la stupidità dell’uomo, dovrebbe risaltare subito… dovrebbe.
 
Arrivare a domandarsi tutto questo è lo sprone per ringraziare ancora una volta il Signore… ringraziare anche coloro che operano secondo i suoi piani, nella lora inconsapevolezza… per un sorriso dato, un saluto, un dono fatto, un libro dato in dono da leggere in tre ore… o per la mancanza o assenza, volontaria, voluta, inaspettata, insperata…
Ringraziare: per tutto quello che viviamo, che abbiamo, che siamo… Il nostro agire deriverà sempre dal nostro essere.
E se altri vedono il Bene in noi, non possiamo altro che stupirci per l’enorme quantità di Bene all’interno della quale siamo “allevati” alla vita in Cristo, con la Chiesa, con i fratelli e le sorelle…
Quegli uomini e quelle donne di buona volontà, pronti ancora una volta a cantare insieme, vivendolo: “Alleluia, alleluia! Nasce per noi l’Emmanuele!”.

Spiegazioni…

Non mi soffermo sul significato delle parole. Sono leggere. Volano. A volte sono facili, scontate, magari noi stessi le diciamo e non crediamo. le svuotiamo nel momento stesso in cui le pensiamo.

Conta di più quello che abbiamo scritto nel cuore. Nel nostro vero cuore. Dentro di noi.

Quello che poi diventa difficile mostrare senza prendere fregature.

Contano i gesti, le azioni (concrete), quelle che partono dal senso vero delle parole che pronunciamo, giorno dopo giorno ai nostri interlocutori. Meglio dire amici, meglio ancora compahni. Di vita, di viaggio.

Sono stanco di parole dette solo per dirle. Quelle che poi ricordiamo con rabbia, dolore, infine con assoluto distacco.

Non sono però così le parole dette nell’età dell’innocenza. Ma oggi siamo cresciuti, tutti, troppo velocemente.

Non mi stanco solo di una Parola, la Parola.

È sempre nuova. Aggiunge sempre del nuovo alla nostra vita. Del nuovo alla vita che poi è vecchia, perché gira e rigira facciamo sempre gli stessi errori… Ma li viviamo con una consapevolezza diversa, maggiore, matura. E superiamo gli errori. Se guardiamo il passato, nettamente lo distinguiamo dal nostro presente: percorsi differenti ci hanno portato ad essere quello che siamo oggi, ci preparano alle vie che faremo nel futuro, le vie che non conosciamo, le vie sicure se corrono lungo la Via.

Così nasce l’idea di questo blog, almeno il suo nome, dare la possibilità, darmene e darvene, di vedere il cambiamento, il mutamento… anche se poi l’indirizzo è sbagliato, anche se nel suo essere errato rispecchia la "mia", non solo mia ma nostra, personalità…

 

Inizialmente volevo prendere come indirizzo di riferimento del blog il nome di una funzione matematica a me cara, dopo i trascorsi ingegneristici e l’approdo alla facoltà teologica e al seminario… vi chiederete perché… ve lo spiego subito:

la funzione in oggetto è f(x)= x + sen(x).

 

 

Grafica1

 

È una gran bella funzione… perché?

Perché rappresenta una curva che si muove lungo la bisettrice del primo e del terzo quadrante, “ondeggia” lungo questa retta: è la funzione seno a darle questo andamento…

La retta y= x si muove verso l’infinito, costantemente, al variare di x, y cresce altrettanto, se x è grande, y è grande, se x è infinito, y è infinito. La retta va verso infinito, corre verso infinito, non troppo velocemente, non troppo lentamente. Va verso infinito. Cammina verso infinito. Infinito.

Sen (x) dà alla funzione un tocco di “onda” che si muove lungo la retta y= x.

 

Per me parla di Dio. Una funzione matematica che mi porta a Dio, che rappresenta il mio essere non statico ma dinamico verso il Sommo Creatore. Mi parla del cammino fatto durante gli anni. Il mio cammino verso l’Infinito, il mio tendere verso Lui, nel mio stato di essere umano, ricco di difetti, ma anche pregi (ma prima bisognerebbe trovarli), essere umani ricchi di umanità.

È la funzione che dovrebbe essere di ogni cristiano che cammina lungo la via del Signore, cammina, in una tensione continua, un atteggiamento dialettico fatto di alti e bassi. Essere criistiani sentendo il Signore vicino, nel suo essere Infinito è vicino!

Lo sente. Chiunque lo sente.

Ognuno cresce incontro al Signore. Se si è abbastanza maturi, se si ha abbastanza coscienza ci si può accorgere che oggi, rispetto a ieri siamo sempre un passo avanti….

Oggi. L’asse delle x, le ascisse, coincide con il tempo, l’asse delle y, le ordinate, sta indicare la nostra vita in Cristo, la nostra fede, il nostro essere cristiani, giorno dopo giorno. Il grafico che otteniamo si avviluppa attorno alla bisettrice: ci saranno giorni in cui stiamo (o forse ci sentiamo…) sopra quella semplice retta che per la sua strada va verso l’Infinito, altri in cui siamo sotto… gli alti e bassi della nostra esistenza. Ma se guardiamo attentamente, ogni giorno che passa è sempre un guadagno! Giorno dopo giorno siamo sempre con un’ordinata maggiore rispetto al giorno precedente…camminiamo, facciamo passi verso Lui ed alla fine non ce ne accorgiamo…

 

E alla fine?

 

 Grafica2

 

Ho messo un altro nome al blog… ho scelto un’altra funzione, forse per caso, forse per sbaglio… forse… altro andamento… “simile” al precedente, più accentuato… ogni tanto, (periodicamente) torna sull’asse delle ascisse, fino ad annullarsi (la nostra kenosi, il nostro svuotamento) poi ricresce, poi decresce, ma tiene sempre d’occhio la bisettrice… ma va troppo su e giù: altalenante, come in fondo sappiamo essere, tra il nostro essere normali, schizofrenici, frenetici, “assicutati” dal tempo, dagli impegni, dagli altri, dai noi stessi… andiamo verso l’infinito… ma come? O quale infinito?

Un nome dato al blog… quasi a voler rispecchiare un io ideale ed un io reale… indecisi, eterna scelta, quella tra il bene e il male: due sono le vie…

 

E non possiamo che scegliere la via del Bene!

Mancava solo una erre

Forse tante cose,
resta un dubbio come altri,
a volte le ho solo sfiorate…

Non gustandole e non facendole mie.

 
Capendo il mio errore,

evidentemente pesante,
sto cercando di recuperare.
Cosa? E come?

Ancora una volta… non so.
 
 
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Ogni tanto uno scritto non mio… ringrazio l’autore, a voi ignoto, di questo scritto… ringrazio… ed assicuro la mia presenza negli anni di "testimonianza" che verranno.
Il titolo è venuto da se… mancava infatti il rigo che iniziava con la erre… a buon intenditore poche parole!
 
Grazie