L’aereo
Bucce
La carestia dentro…
Con il naso verso il cielo
Grazie a chi so io…
Chi scrive sul blog a Capodanno…
Finisce così un anno e ne inizia uno nuovo.
Sempre così… uno finisce, un altro ne comincia.
Cambia qualcosa nella nostra vita? Cambia o la faremo cambiare. Possiamo solo fare dei bilanci di fine anno e delle timide proiezioni di quanto accadrà domani. Timide. Diventano certezze solo se hanno per base solida il Signore.
Poi ci si ferma, si fanno delle domande, chi sono, verso dove vado. In altre occasioni ho esternato queste domande. Ed ancora ed ancora torneranno a farsi vive nella vita. Diversamente non avrei molto da vivere. Le domande mi interrogano, mi cimento continuamente nel dare loro risposta, nel superarmi, superandole. Troveranno risposta? Nell’Eterno l’avranno!
Tempo di bilanci dicevo, tempo propizio per vedere cosa abbiamo fatto di bello e buono e cosa potremo fare di meglio. Tempo per contare quei passeggeri che sono saliti e che poi sono scesi, timidi visitatori del nostro scompartimento. Un’occhiata fugace, una chiacchierata, anche confidenziale, poi via… magari per poi tornare come se non si fossero mai allontanati. O chissà per quale altro motivo.
Tempo. Di un treno che passa in ritardo, sempre. Noi fermi alla stazione, non sappiamo quando ripartirà. Aspettiamo che si liberino i binari che nel frattempo sono stati occupati per protesta. Intanto sempre più persone popolano quei binari… chi sono, dove vanno? Salgono sul mio stesso treno? Loro corrono veloci sapendo la loro meta?
Chi siete? Vi conosco forse? Vi conosco per quello che mi avete mostrato essere, non per quello che siete realmente: c’è davvero una così profonda ed abissale differenza tra il vostro essere ed il vostro apparire? Chi siete? Perché siete qua? Avete sbagliato stazione… non è la stessa mia, la vostra è più avanti, qualche metro più avanti…
Altri vengono a trovarti alla stazione, prendono un fazzoletto, ti salutano muovendo freneticamente la mano… anche se non sei ancora partito. Altri prendono un tuo recapito, prima o poi almeno una cartolina la riceverai. Altri… Chi sono gli altri?
Quelli che ti vedono, ti salutano, come se ti avessero lasciato solo il giorno prima. Quelli che forse avresti dovuto lasciare fin dal primo giorno. Capire che si è chiamati ad un cambio profondo delle proprie relazioni. Essere al centro di un nuovo modo di relazionarsi. Anche quando ci si è detto tutto. Non abbiamo più niente da dirci ne da inventarci. Abbiamo speso tutto nel nostro dialogo. Mi domando solo se abbiamo avuto modo di ascoltarci… accolti ed ascoltati.
Le risposte arrivano, quando meno te lo aspetti, quando pensi di dubitare di tutto e tutti, mettendo in discussione il dono che hai più bello, la fede, il Signore ti risponde dandoti prova del suo esserci da sempre nella vita dell’uomo. In quella mia, in quella tua, chiunque tu sia che leggi.
E poi… ti svegli, sei ancora solo a casa.. che fare? Prepararsi, mettersi su, un sorriso, un vestito nuovo, o almeno pulito, uno slancio di dignità, un carnet di buone intenzioni, buoni propositi per il nuovo anno, belle speranze, riempirsi di fede, speranza e carità e ricominciare. Cominciare il nuovo anno nel miglior modo possibile per poi finirlo in un modo tragico? No, cominciare con un nuovo atteggiamento, un costante inno alla vita, al dono che ci è stato donato. E ancora una volta rendere grazie. Ritrovare la forza per stupirsi e lasciare stupiti. Chi sei tu? Cosa hai detto? Cosa ci siamo detti? Abbiamo detto tutto? Abbastanza forse, ma non tutto, non sappiamo ancora come sia finita. Ma sono bravo ed io ricomincio, con o senza di te. Tornerai quando vorrai. Fiduciosi del tuo ritorno. Certi del Tuo Ritorno!
Si, Tu ritorni sempre, sei sempre presente, non vai via, per quanto possa essere distante Tu sei vicino, non ci abbandoni mai… inutile scalciare, gettarti via, fare i capricci, comportarsi come… come non saprei mai comportarmi, Tu ci sei!
Ci sei, mi accompagni, guidi il cammino di ognuno… e sei presente in tutti gli amici che ho… perché volerne sempre di più? Qualcuno mi ha detto che bastano già gli amici che si hanno, perché desiderarne altri? Non è un gioco, non sono Pokemon da collezionare, sono solo amici, nei quali vedo Te. “Averne” altri… collezionali tutti! No, non è così. Sono perle che si accumulano, tesoro dopo tesoro, siamo disposti ad andare in cerca di… quello che abbiamo perso, non perché era nostro, no, nessuna appartenenza, solo un senso forse di custodia, di dono dato perché ne fossimo responsabili… una vita in dono per esserne responsabili, della propria, corresponsabili, di quella altrui. Ci riusciamo, facciamo dei tentativi, goffi, buffi, ci scappa una grassa risata, poi stiamo su, diventiamo seri, riusciamo, si, forse. Ma ci impegniamo. E se sbagliamo chiediamo ancora una volta di poter ricominciare.
Elementi che caratterizzano il mio intervento da primo dell’anno, neanche se fossi il presidente della repubblica di me stesso, sono l’amicizia e la voglia di ricominciare… la prima la porto dal vecchio anno, la seconda la troverò lungo il cammino del nuovo. Parole scritte, non dette, ma scritte, affinché possano rimanere come due cartelli che danno il benvenuto ai soliti propositi di vita nuova. Signore, non anno nuovo vita nuova, ma cristiano, vita nuova!
È l’anno della consapevolezza, quello di aver incontrato Te, di averTi incontrato negli occhi di chi ha camminato con me e di chi camminerà ancora, di chi ha lasciato il cammino ed ora corre, o cammina verso di Te senza di me, o si allontanda da me, da Te…
Niente treni, solo amicizia… alla stazione tutte quelle persone erano ferme solo per manifestare la loro amicizia, nei miei confronti. Una vera e propria manifestazione, con cartelli, slogan e quant’altro fosse richiesto dalla situazione. A MI CI ZIA, A MI CI ZIA! Gridano tutto il tempo così, scandiscono la loro presenza con quelle parole, le sentono proprie, le gridano, le urlano, fino a restare senza voce e chiedere all’amico una tazza di tea con il miele: “approfittano” della tua presenza. Altri approfittano di te. Ma non sono li alla stazione, rimangono fuori, rimangono a guardare lo spettacolo, non parlano, non dicono niente, non hanno niente da dire, entrano per chiedere informazioni alla biglietteria, ma tutta quella confusione non li interessa minimamente.
In fondo sono solo strano. Remo contro tutto e tutti, vado contro da un pezzo della mia vita, remo remo… navigo con la mia barchetta nell’oceano del mondo. Destinazione, io la so, la conosco, so dove voglio arrivare… E remo, controcorrente ma remo. Vedo tutti gli altri che si muovono in una direzione opposta alla mia, grido loro di cambiare, ma loro vanno in un senso, io in un altro. “È strano” pensano, io continuo a remare…
Chi sei tu o amico mio? Chi sei tu? A volte la mia barca si ferma e ti incontra, ti accoglie… tu mi accogli. Ricordo la prima volta che ci siamo visti, la prima volta che abbiamo parlato, e poi… quando ci siamo visti ancora, e poi ancora e ancora. Ricordo. Tutto. Chi sei tu ora?
Sei forse solo una di quelle persone che vengono nella nostra vita? E perché?
“Quando qualcuno è nella tua vita per una ragione, di solito è per soddisfare un bisogno cha hai espresso. È venuto per assisterti attraverso una difficoltà, per darti consigli e supporto, per aiutarti fisicamente, emotivamente o spiritualmente. Può sembrare come un dono del cielo e lo è.
È lì per il motivo per cui tu hai bisogno che ci sia.
Quindi, senza nessuno sbaglio da parte tua o nel momento meno opportuno, questa persona dirà o farà qualcosa per portare la relazione a una fine.
Qualche volta se ne va. Qualche volta muore.
Qualche volta si comporta male e ti costringe a prendere una decisione.
Ciò che devi capire è che il tuo bisogno è stato soddisfatto, il tuo desiderio realizzato, il suo lavoro finito. La tua preghiera ha avuto una risposta e ora è il momento di andare avanti.
C’è chi resta nella tua vita per una stagione, perché è arrivato il tuo momento di condividere, crescere e imparare. Ti porta un’esperienza di pace o ti fa semplicemente ridere. Può insegnarti
qualcosa che non hai mai fatto. Spesso ti dà un’incredibile quantità di gioia.
Credici, è vero. Ma è solo per una stagione!
Le relazioni che durano tutta la vita ti insegnano lezioni che durano tutta la vita, cose che devi costruire al fine di avere solide fondamenta emotive.
Il tuo lavoro è accettare la lezione, amare la persona e usare ciò che hai imparato in tutte le
altre relazioni o momenti della tua vita.
Si dice che l’amore è cieco ma l’amicizia no.
Grazie per essere una parte della mia vita, che sia una ragione, una stagione o tutta la vita”.
Devo iniziare a pensare il mondo degli affetti filiali come l’e-mail che mi è arrivata e che ho riportato sopra?
È così che va? Davvero, è proprio così? È cosi che stanno le cose? È davvero questo il senso profondo di una lettera che mi è arrivata il giorno di Natale? O è solo una mail per suscitare in me qualcosa da comunicare? Un effetto collaterale dell’amicizia è la comunicazione!
Ma tu… tu che hai rimandato quella lettera ad una serie interminabile di contatti, si tu, forse il giorno di Natale non avevi altro da fare che mandare simili e-mail… un modo come un altro per non dare una mano a tavola, apparecchia, sparecchia, cucina…
Forse è invece è un modo per dire altro. Ne approfitto io, lo trovo io il modo per dire altro, perché in fondo ho altro da dire…
Giorno 25 dicembre 2007
Guardo un dvd dei REM, mia madre è a letto che dorme, sta poco bene, io sono a casa, sul divano che provo anche il mio nuovo modem wireless.
è una scena diversa da quella che ho vissuto nel 1991, anche se me la ricorda non poco… Mio padre stava male, la febbre, l’influenza e quant’altro avesse di male il suo fegato…
Ricordo sempre questi giorni in questo periodo, ancor di più oggi, mia madre è a letto, mio padre era seduto sulla poltrona accanto alla mia, l’albero acceso, il presepe pure… era Natale anche quel giorno, è Natale anche oggi.
E leggendo la tua mail, LE PERSONE VENGONO NELLA TUA VITA PER UNA RAGIONE…con tutto quello che sta scritto dopo, non posso invece pensare a chi viene nella nostra vita e va via… solo perché siamo noi a volerlo mandare via…
Parlo così di Gesù, che nasce in mezzo a noi, povero, piccolo… e poi siamo baravi a buttarlo fuori dalla nostra vita.
Dobbiamo guardare un gradino più in alto, molto più in alto: fissare il nostro sguardo su di Lui, sulla trascendenza che riempie un cucciolo d’uomo… ed è difficile guardare quel Bambino e non restare stupiti, colmi di stupore per tutta la nostra vita. Se ciò non accade vuol dire che i nostri occhi in fondo non li volgiamo a Lui, solo all’immagine sua, quella che disegnamo noi, quella comoda, dal tratto morbido, indeciso…
E di lezioni, credimi, ne abbiamo tante da imparare… non solo una ragione, una stagione… una vita di lezioni da imparare…
E abbiamo anche da pregare, non solo lavorare o utilizzare, soprattutto pregare.
Ringraziare.
Ringraziare il Signore per il dono dell’amicizia, per il dono che ci è stato donato lungo il cammino…
Sperando e pregando di poter condividere sempre la vita con i nuovi amici che il Signore ci farà incontrare lungo il sentiero della vita…
Sperando, pregando, ringraziando…
Grazie di tutto…
Giorno 1 gennaio 2008
Grazie di tutto, l’anno che verrà è già arrivato, il Signore che doveva venire, pure…
Possa cambiare la nostra vita!
Con ogni benedizione possa cambiare! Credimi, cambierà so già che sta cambiando. Come il vento.
Ora non è più freddo, non si sente più. Il vento cambia… e lo abbiamo lasciato cambiare.
È andato, non gli abbiamo chiesto di rimanere. È andato via…
Mi sistemo un poco, faccio colazione, raggiungo i miei familiari a casa di mio fratello.
E almeno oggi non penserò a chi è andato via, rapito dal vento…
Metto su un sorriso, uno vero… sono pronto!
Felice anno nuovo!
E che mi racconti?
Se mi dai un paio di ore ti racconterò un bel po’ di cose…
Spiegazioni…
Non mi soffermo sul significato delle parole. Sono leggere. Volano. A volte sono facili, scontate, magari noi stessi le diciamo e non crediamo. le svuotiamo nel momento stesso in cui le pensiamo.
Conta di più quello che abbiamo scritto nel cuore. Nel nostro vero cuore. Dentro di noi.
Quello che poi diventa difficile mostrare senza prendere fregature.
Contano i gesti, le azioni (concrete), quelle che partono dal senso vero delle parole che pronunciamo, giorno dopo giorno ai nostri interlocutori. Meglio dire amici, meglio ancora compahni. Di vita, di viaggio.
Sono stanco di parole dette solo per dirle. Quelle che poi ricordiamo con rabbia, dolore, infine con assoluto distacco.
Non sono però così le parole dette nell’età dell’innocenza. Ma oggi siamo cresciuti, tutti, troppo velocemente.
Non mi stanco solo di una Parola, la Parola.
È sempre nuova. Aggiunge sempre del nuovo alla nostra vita. Del nuovo alla vita che poi è vecchia, perché gira e rigira facciamo sempre gli stessi errori… Ma li viviamo con una consapevolezza diversa, maggiore, matura. E superiamo gli errori. Se guardiamo il passato, nettamente lo distinguiamo dal nostro presente: percorsi differenti ci hanno portato ad essere quello che siamo oggi, ci preparano alle vie che faremo nel futuro, le vie che non conosciamo, le vie sicure se corrono lungo la Via.
Così nasce l’idea di questo blog, almeno il suo nome, dare la possibilità, darmene e darvene, di vedere il cambiamento, il mutamento… anche se poi l’indirizzo è sbagliato, anche se nel suo essere errato rispecchia la "mia", non solo mia ma nostra, personalità…
Inizialmente volevo prendere come indirizzo di riferimento del blog il nome di una funzione matematica a me cara, dopo i trascorsi ingegneristici e l’approdo alla facoltà teologica e al seminario… vi chiederete perché… ve lo spiego subito:
la funzione in oggetto è f(x)= x + sen(x).
È una gran bella funzione… perché?
Perché rappresenta una curva che si muove lungo la bisettrice del primo e del terzo quadrante, “ondeggia” lungo questa retta: è la funzione seno a darle questo andamento…
La retta y= x si muove verso l’infinito, costantemente, al variare di x, y cresce altrettanto, se x è grande, y è grande, se x è infinito, y è infinito. La retta va verso infinito, corre verso infinito, non troppo velocemente, non troppo lentamente. Va verso infinito. Cammina verso infinito. Infinito.
Sen (x) dà alla funzione un tocco di “onda” che si muove lungo la retta y= x.
Per me parla di Dio. Una funzione matematica che mi porta a Dio, che rappresenta il mio essere non statico ma dinamico verso il Sommo Creatore. Mi parla del cammino fatto durante gli anni. Il mio cammino verso l’Infinito, il mio tendere verso Lui, nel mio stato di essere umano, ricco di difetti, ma anche pregi (ma prima bisognerebbe trovarli), essere umani ricchi di umanità.
È la funzione che dovrebbe essere di ogni cristiano che cammina lungo la via del Signore, cammina, in una tensione continua, un atteggiamento dialettico fatto di alti e bassi. Essere criistiani sentendo il Signore vicino, nel suo essere Infinito è vicino!
Lo sente. Chiunque lo sente.
Ognuno cresce incontro al Signore. Se si è abbastanza maturi, se si ha abbastanza coscienza ci si può accorgere che oggi, rispetto a ieri siamo sempre un passo avanti….
Oggi. L’asse delle x, le ascisse, coincide con il tempo, l’asse delle y, le ordinate, sta indicare la nostra vita in Cristo, la nostra fede, il nostro essere cristiani, giorno dopo giorno. Il grafico che otteniamo si avviluppa attorno alla bisettrice: ci saranno giorni in cui stiamo (o forse ci sentiamo…) sopra quella semplice retta che per la sua strada va verso l’Infinito, altri in cui siamo sotto… gli alti e bassi della nostra esistenza. Ma se guardiamo attentamente, ogni giorno che passa è sempre un guadagno! Giorno dopo giorno siamo sempre con un’ordinata maggiore rispetto al giorno precedente…camminiamo, facciamo passi verso Lui ed alla fine non ce ne accorgiamo…
E alla fine?
Ho messo un altro nome al blog… ho scelto un’altra funzione, forse per caso, forse per sbaglio… forse… altro andamento… “simile” al precedente, più accentuato… ogni tanto, (periodicamente) torna sull’asse delle ascisse, fino ad annullarsi (la nostra kenosi, il nostro svuotamento) poi ricresce, poi decresce, ma tiene sempre d’occhio la bisettrice… ma va troppo su e giù: altalenante, come in fondo sappiamo essere, tra il nostro essere normali, schizofrenici, frenetici, “assicutati” dal tempo, dagli impegni, dagli altri, dai noi stessi… andiamo verso l’infinito… ma come? O quale infinito?
Un nome dato al blog… quasi a voler rispecchiare un io ideale ed un io reale… indecisi, eterna scelta, quella tra il bene e il male: due sono le vie…
E non possiamo che scegliere la via del Bene!