E ieri furono 30 anni…

Perché pur non avendo il tempo per fermarti, poi alla fine ti ritrovi qui.

In ginocchio oppure seduto, qui davanti a Te.

E i pensieri, quelli detti e non detti, prendono forma, fissati nero su bianco.

Perché le cose dentro le hai da dire.

E non le dici, le tieni dentro, sperando che prima o poi tutto vada via, parole e pensieri prendano il volo.

Però davanti a Lui il coraggio di scriverle certe cose lo trovi… per condividere non il dolore ma la speranza oltre quel dolore.

– Come stai?

– Hai impiegato tutto questo tempo solo per chiedermi questo?

– Sempre a lamentarti tu… dai, come stai?

– Come vuoi che stia? Solo più vecchio, di 30anni ma più vecchio. Direi…

– Ah io direi adulto!

– Oh si, un dolore adulto.

– Dolore… vuol dire che fa ancora male. Fa sempre male vero?

– Si, fa sempre male, anche se ogni anno è differente. Ieri però gli anni sono diventati 30… un sacco di anni direi!

– Gli anni passano, velocemente… non credi?

– Dimmelo tu… per te ormai il tempo ha un altro senso.

Se chiudo gli occhi e provo a immaginarti, per me tu sei sempre lo stesso. Fra noi due.. Sono io quello che cambia!

– Ti vedo crescere da lontano.

– Ed io ti vorrei vicino.

– Non è ancora il tuo tempo… ancora ne hai di cose da fare!

– Se lo dici tu… magari sai qualcosina in più di me…

– Eppure tu anche ogni giorno sei vicino a me, più di quelli che senti!

– Durante la messa?

– E non solo…

– Dai parliamo di altro… sempre di cose di “lavoro” devo parlare?

– Lo vedi? Dici di essere cambiato… e invece sei sempre lo stesso… Anzi no, più grande!

– È anche più grosso… anche di te!

– Si però se non ti impegni… mica è soltanto predisposizione familiare… la verità? Manci assai!

– Ho avuto un buon maestro che cucina bene… e sta cosa mi fa sentire più vicino…

– Vuoi la mezza scusa… si manciatario. Punto e basta.

– Anche quando sono andato via, eri da Piera a mangiare…

– Era ora di pranzo… e poi non reggevo tutta quella agonia… che sofferenza vederti soffrire…

– Non me lo dire… certe cose non sono mai facili. Poi sei andato via… forse non ti ho salutato…

– Ma che stai a dire… quando arriva il momento di andare via non siamo mai pronti.. Ad andare e a lasciare andare.

– Mi fermo sempre quel giorno, anche ieri. Mi sono fermato e mi sono chiesto se avessi fatto tutto quello che potevo fare.

– E cosa ti sei risposto?

– …

– Capisco, dal tuo silenzio capisco tante cose.

– Si, ma fa male! Sempre!

– 30anni sono passati… e farà sempre male.

– E ricorderò sempre ogni anno, ogni giorno, tutto quello che abbiamo vissuto in quel dolore…

– Dobbiamo parlare del dolore o della speranza?

– No ascoltami… fammi parlare del dolore, lasciami sfogare in pace, non gridare, almeno in pace fammi dire quello che ho da dire.

– Dai ti ascolto.

– Non ho più nulla da dire.

– Ecco lo sapevo… però mi fai ridere!

– Sai, ho imparato dal migliore…

– Allora è tardi, devo andare…

– No aspetta ho ancora qualcosa da chiederti…

– Pure io! La mamma sta bene? Vedo di sì… anche Michele, Giusi e la piccola Nora…  mi dispiace non poterli abbracciare.

– Dispiace anche a me che tu non possa farlo… però quando ci penso… lo faccio io!

– Devo andare…

– Rimani ancora un poco… devo chiederti perché mi chiamavi Nino…

– Sto per andare via…  ti chiamavo Nino perché, sai il tuo nome…

E con gli occhi colmi di lacrime e il cuore pieno di gioia, passó dal dolore alla Speranza.

– Papà… sei andato via… però ti ho parlato e ti ho sentito più vicino. Mi rimane di sapere il perché di quel nome….

Non fa niente, sarà per un’altra volta… alla prossima!

 

 

Una risposta a “E ieri furono 30 anni…”

  1. Povero prof… Io pure ho perso qualcuno, mia nonna paterno e mio nonno materno e credo di sentirmi esattamente così

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