Caro papà…

– Ciao come stai?
– Io bene! E tu?

– Così.
– Così come?

– Un pochettino giù…
– Io lo so il perché!

– Tu ormai sai sempre tutto, non ti sfugge niente!
– Già, dopo un certo tempo è come se capissi tutto, al volo!

– Un certo tempo, anche se gli anni sono passati tornano a farti visita alcuni pensieri…
– Qualcosa in particolare?

– Cominciamo con le cose più banali… Mi manchi. A distanza di tempo lo dico. Mi manchi. E così sono già due volte che l’ho detto!
– Cominciano bene… Tutte queste sdolcinerie in poche righe!

– Evidentemente non ti somiglio.
– Perché dici questo? A volte ti vedo, anche da lontano e sei preciso a me!

– Ora non esagerare! Forse in qualcosina… Non ho certamente la tua pazienza nel ragionare sulle cose, figurarsi con le persone. Per non parlare della disponibilità nel mettersi a servizio degli altri. E poi non so cucinare come te e mille altre cose ancora.
– Non credi di stare esagerando un poco? So che i tuoi ricordi sono preziosi, però esageri!

– Sei tu che fai il modesto! Quando si devono dire le cose… Si dicono!
– Fai tu! Non insisto. Però posso tornare a chiederti ancora: “Come stai?”.

– Così. Anche se sembra meglio.
– Ti sono servite poche righe di dialogo e va già meglio… Dovresti farlo più spesso!

– Cosa dovrei fare?
– Fermarti e parlarmi, fermarti e scrivermi.

– Hai ragione. Lo farò più spesso. Mi fermerò e ti parlerò, mi fermerò e ti scriverò. Tu invece come stai?
– E lo chiedi pure? Io sto bene! Ricordi quando sono andato via?

– Lo ricordo e come… Anche i miei occhi ora lo stanno ricordando, non smettono di lavare il mio viso. Le lacrime non sono altro che acqua che lava via il dolore, quando asciugano rimane il sorriso… ricordo ogni cosa di quel giorno. Ogni cosa…
– Ogni cosa? Tutto? E com’è tenersi dentro tutto questo?

– Non è facile, lo sanno in tanti che non è facile. Lo so anche io. Sei andato via che era domenica. Quest’anno ripenso a quella domenica. Non una tra tante, era la domenica del Battesimo del Signore.
– Hai detto per tre volte domenica… Deve essere importante per te la Domenica! E perché quest’anno cosa c’è di diverso nel pensare a quella domenica?

– Di sicuro sono diverso io, viviamo anche cose diverse dal solito. Sai come vanno le cose per ora…
– Eh si, io so tutto! Stai tranquillo che le cose si sistemeranno, ci vorrà del tempo. Parlami ancora della domenica. Cosa ti colpisce?

– È la Domenica del Battesimo del Signore! Ieri pomeriggio ho battezzato Giorgio! Egle e Giampiero super emozionati e lo ero anche io! Lo eravate anche tu e la mamma il giorno del mio battesimo? Lo eravate di più per quello di Michele?
– Chiedilo a lei!

– Appena si sveglia le chiederò questo… E le chiederò anche se siete ancora emozionati per questi figli che vedete crescere. Innamorati, emozionati, compiaciuti.
– Hai bisogno di sentirti dire queste cose? Non riesci a sentirle?

– Che ti credi… Sono anche fragile! Mica sono solo rompiscatole! Ho tanto altro dentro!
– Lo so, lo so… Ormai so tutto io! So che ti voglio bene. So che ti amo.

– E me lo dici così?
– Se vuoi te lo ridico ancora.

– Dillo ancora…
– Ti voglio bene, ti amo, sei parte di me.

– Ti voglio bene, ti amo, sei parte di me.
– Lo hai detto anche tu!

– Posso abbracciarti? Anche senza mascherina?
– Certo che puoi farlo, siamo congiunti!

– Dimentico tutto a volte…
– Vieni qua e abbracciami e baciami fino alle viscere…

Rimasero nel silenzio che fa tanto rumore, stretti nell’abbraccio l’uno dell’altro. Silenzio interrotto solo dai singhiozzi del pianto. Quanto durò? Sembró durare un’eternità.

– Com’è stare con Lui?
– Bello. Com’è essere figli? Com’è essere padri?

– Bello, con delle difficoltà che si incontrano nel cammino.
– Stare con Lui è bello perché non ci sono più difficoltà!

– Ora però è tardi, devo andare, anche se sinceramente vorrei restare con te.
– Anche a me piacerebbe ma ti prometto che tra due giorni saremo di nuovo così vicini.

– Lo hai promesso!
– Si, l’ho promesso.

– Siamo giunti ai saluti… Un bacio e a presto!
– I miei baci e le mie carezze dalle tu per me!

Il tempo sembrava essersi fermato, il sole da qualche parte spingeva già per il nuovo giorno. Alzarsi e mettersi in cammino, come ogni nuovo giorno…

***

C’è questa poesia di Eugenio Montale con la quale si fondono le mie parole…

Cigola la carrucola del pozzo,
l’acqua sale alla luce e vi si fonde.
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un’immagine ride.

Accosto il volto ad evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro…

Ah che già stride
la ruota, ti ridona all’atro fondo,
visione, una distanza ci divide.


Ci sono tracce di Father and Son… Anche in questa interpretazione di Ronan Keating.

E poi c’è tutto il resto, detto e non detto.
Quanto pazientemente aspetta di vedere la Luce!

Una risposta a “Caro papà…”

  1. Caro Don Massimiliano mi hai riempito il cuore di emozione e il viso di lacrime.
    Il papà manca tanto anche a me ma mi viene sempre in sogno come per accompagnarmi ancora nei momenti difficili.
    Grazie per regalarci le tue emozioni ….buona domenica del Battesimo del Signore .

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