La rottamazione di un albero di natale

Sono rientrato in quella stanza dopo qualche mese, un paio di mesi, i giorni volati via, pagine strappate dal calendario.

Alcuni velocemente vissuti, altri tristemente, altri ancora pacatamente.

Ricordavo la cucina grande, grandissima, con tutti i suoi mobili ed accessori, poco al di là del muretto il tavolo per consumare le pietanze, sullo sfondo il camino, più a sinistra il divano ben piazzato davanti alla tv, il tappeto per i giochi dei bambini messo in quello spazio al centro, l’appendipanni… si, ricordavo tutto.

Poi ho ricordato altro, tra un boccone e un altro, tra una parola e un’altra.

Era messo li, tra il camino e la finestra, in un angolo tra le murature centrali della casa, luci colorate, palle e palline, fili argentati, nastrini… era li, io lo ricordo così, magari non propriamente così, l’albero di natale era messo li, guardava gli ospiti e i padroni di casa da un punto di vista preferenziale, vedeva tutto, sentiva tutto, respirava tutto.

Oh si che respirava! Io lo ricordo vivo quell’albero!

Bello, alto, maestoso, un colore verde così naturale! Non ne ricordo l’odore, la casa era impregnata di ben altri odori tra i profumi del cibo e quelli dei commensali.

Si, lo ricordo vivo.

Ieri non l’ho visto, non l’ho più visto. Io però lo ricordo ancora, così lo ricordo. Mi sono chiesto a questo punto che fine abbia fatto… dov’è finito l’albero di natale? Conservato? Messo a dimora nel terreno? Era vivo, (lo so sarò pedante ma io lo ricordo così pertanto non sarà stato riposto in cantina, in soffitta, in garage…), quindi non sarà stato conservato. Mi sono dato una risposta questa mattina. L’albero è stato rottamato.

Voi direte… che pensieri ti vengono fuori! La rottamazione di un albero di natale! Come se non avessi altre cose a cui pensare, da fare, come se non ci fosse altro di serio sul quale scrivere, confrontarsi, rimanere in un serrato scambio dialettico per elevare ancor di più l’ingegno e il cuore.

Bah! Un albero rottamato.

Io ho pensato a quell’albero da quando sono entrato in quella stanza.

È stata la prima cosa che ho pensato.

Non l’ho visto, non l’ho trovato. Non c’era, ogni volta che guardavo in quella direzione, li dov’era stato collocato, lo ritrovavo ancora e lo sentivo, come se fosse messo lì a guardarmi.

A questo punto allora traggo le mie conclusioni, le condivido con voi.

Io non so dove sia quell’albero, non voglio nemmeno chiederlo… mi basta dire a me stesso che è stato rottamato. Hanno già dato un albero nuovo per il prossimo anno.

Però mi fermo qui. Non vorrei che quanti leggono ora queste parole possano pensare che con la stessa facilità possano rottamarsi, persone, ricordi, sentimenti…

Posso però dirvi cosa penso, cosa è per me “rottamarsi”.

Amarsi con una rotta ben precisa.

Una rotta, una direzione.

Un senso.

Rottamarsi. Dare senso ogni giorno all’amore.

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