Tornando a casa

Sebbene fosse presto avevano deciso di rientrare, il sole si era svegliato poco dopo loro. Gli piaceva camminare con le prime luci dell’alba, arrivare fino giù in paese, aspettare le brioche calde del mattino, i giornali e poi tornare… era sempre un buon motivo per parlare, condividere, a volte stare in silenzio. Giunti all’ultima curva, quella dalla quale era possibile scorgere il tetto di casa, Andrea fece una domanda, si, qualcosa che aveva dentro che lo lasciava perplesso. “Ma allora l’amicizia è come un albero…”, “Si, è così!” ribatte la zia Sofia, “Proprio un albero, con radici che affondano nella terra, con i rami allungati verso il cielo, rami che al tempo opportuno danno frutti meravigliosi!”. Il sole dava un po’ fastidio ai suoi occhi e portando la mano poco sopra le palpebre aggiunse: “Frutti che altri possono mangiare, altri possono nutrirsi di quei doni, lavorati insieme dagli amici, con gioia e varie difficoltà, con sudore e fatica”. Andrea continuava a non capire, qualcosa lo lasciava perplesso: “E i frutti che non vengono raccolti? Cadono a terra e marciscono senza che nessuno possa mangiarli…”. “No, quei frutti non cadono semplicemente a terra” rispose la zia, “non vanno a male… sono soltanto consegnati alla terra, serviranno ancora una volta a sostenere la crescita di quell’albero che cresce con l’aiuto dell’uomo, dell’acqua, della Luce…”

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