Potrebbe sembrare una data qualunque, un giorno qualunque.
Per certi versi lo è. Per altri no. Per me non può esserlo.
Una data che è l’incontro annuale con un evento che mi ha cambiato la vita, vuoi o non vuoi è così.
La vita cambiata da una morte, quella di mio padre, che ha fatto volgere gli anni seguenti fino ai risvolti odierni.
Se il grano di frumento, caduto per terra, non muore, resta esso solo. Ma se muore, porta molto frutto… me lo sono ripetuto negli anni, non sempre, ma periodicamente.
Mi sono fermato così a riflettere sul grano di frumento che da frutto… e ho visto tanto frutto intorno a me. Ho visto voi. Ho visto voi e tanti altri. Sono andato oltre, fino ad arrivare a vedere un Maestro, lo abbiamo riconosciuto tale, che è in grado di amare fissando con il suo sguardo, Maestro che è capace di suscitare la chiamata al servizio dell’amore più grande. L’Amore. Perché il Maestro è in grado di farci morire, farci morire al peccato, e dare ancora più frutto con la nostra vita!
Sembrano temi ricorrenti nella mia vita, nella nostra vita, siamo tutti chiamati all’Amore, non possiamo fare a meno di rispondere. Possiamo riconoscere subito l’Amore perché qualcuno prima della sua venuta ce ne ha parlato. Così ha fatto il Battista. Ha parlato dell’Amore. E uomini pronti ad accogliere la Parola lo hanno ascoltato. Uomini saggi e sapienti ci hanno dato testimonianza dell’Amore. Altri poi hanno riconosciuto l’Amore quando lo hanno visto passare… anzi, ancora una volta Giovanni Battista ha suscitato la risposta, ha indicato l’Amore che passava quale agnello di Dio.
Ci siamo messi in cammino dietro Gesù… Cos’altro potevamo fare? Quanto tempo siamo stati al suo seguito? Lo abbiamo seguito da lontano… timidamente abbiamo pensato che fosse bene stare lontani da Lui. Lontani, da lontano ne abbiamo seguito i passi. Ci siamo lasciati condurre nel deserto con Lui? Lo abbiamo seguito fino a Gerusalemme? Siamo poi rimasti sotto la croce?
Lo abbiamo solo seguito. Siamo rimasti in disparte. Lontani. Ancora timidi o pieni di poco coraggio. In disparte. Sono passati gli anni, tanti, molti anni, fatti di silenzi e di paure, di sogni e di ipotesi.
Ci siamo lasciati travolgere dal tempo che ancora una volta è passato, sopra di noi, lasciando dei segni, dei solchi… lungo i quali piantare chicchi che morendo hanno dato la vita ad altre spighe.
Si è fermato poi il tempo quando Lui si è girato verso di noi e ci ha chiesto semplicemente: “Che cercate?”… forse già da tempo gli dava fastidio il nostro stargli dietro? Il nostro essergli tra i piedi? O forse spazientito dalla nostra mancanza di determinazione, dal nostro poco slancio, dalla nostra tiepidezza d’animo, ha voluto far Lui il primo passo… Rompere il ghiaccio.
Camminavamo per strada, Lui ad un tratto si è fermato e voltandosi ci ha raggelato il sangue. L cuore per un attimo si è fermato. Per la paura di ascoltare le sue parole perché intrinsecamente portavano la Parola.
“Che cercate?”
Quale autorità aveva per chiederci tanto? Non facevamo nulla di male, lo seguivamo da lontano già da tempo, pensavamo che la nostra vita sarebbe stata sempre così, seguirlo, forse essere visti, scorti tra la folla, ma non ci aspettavamo quella domanda per il nostro comportamento… la paura forse cominciava anche ad averla Lui, paura che il nostro comportamento diventasse sempre più un atteggiamento radicato.
“Che cercate?”
La sua non poteva essere che autorità di Maestro. Lo seguivamo per questo. Giovanni ci aveva detto che sarebbe venuto un messia, il Messia! Sapevamo che c’era un altro più forte di Giovanni, sapevamo che la nostra vita doveva convergere verso Altro… e un giorno quell’Altro si era presentato!
“Maestro, dove abiti?”
Sentivamo il cuore battere forte nel nostro petto… tentennavamo parole… poi ci eravamo sbloccati improvvisamente dicendo entrambi: “Maestro, dove abiti?”… almeno su questo io e il mio compagno di viaggio eravamo d’accordo. Lui il Maestro, al quale potevamo chiedere soltanto che cercavamo di sapere dove abitasse, per questo eravamo al suo seguito… Lui che sapevamo nel nostro cuore avrebbe fatto cose grandi per tutti noi, Lui il Messia attesa dalle genti… Lui ci spiazzava con una domanda che suscitava in noi un’altra domanda… “Maestro, dove abiti?”
Finalmente la sua risposta… attesa da anni, insperata. Ma con la sua Parola tutto assumeva ben altra luce, tutto aveva un nuovo senso, un significato profondo… “Venite e vedrete”.
Ci aveva invitati a stare con Lui. Quanti ricordi! Il più bel giorno della nostra vita, sicuramente, stare con Lui perché Lui ci aveva detto di andare con Lui. Non più noi a seguirlo da lontano, ma Lui che ci voleva vicini. “Venite e vedrete”. Vederti, stare con Te, per conoscere Te, imparare ad amare Te e come Te, vivere con Te e di Te. Ci avresti dato del tempo per farlo. A Te invece è sempre bastato poco, guardando un uomo lo conosci. Lo fissi con il tuo sguardo… e lo inviti al cambiamento, alla vita nuova in Te.
Magari ci hai fissato così come hai fissato il tuo sguardo su Pietro. Altri ci avevano condotto a Te. Non eravamo stati noi a seguirti, qualcuno che ti aveva conosciuto aveva voluto condividere subito l’Amore con noi. Dividere l’Amore per moltiplicare ancora una volta l’Amore. Ci avevano condotto alla tua presenza, ci avevano detto che tu eri il Messia. Ma non ti avevamo riconosciuto.
Neanche oggi lo abbiamo fatto. Quando ci hai guardato con gli occhi di altri che sono nel mondo, occhi che sono rimasti in silenzio, occhi che nel loro silenzio gridano il dolore per la sofferenza nel mondo, per quella che circonda gli uomini e le donne che hanno il tuo sguardo, i poveri che sono ricchi di Te.
Anche oggi, pensando agli anni trascorsi, siamo rimasti forse stupiti perché sapevi il nostro nome? Siamo rimasti confusi? Molte volte poi non abbiamo ascoltato più la tua voce. Alla fine ci hai lasciati… hai lasciato che ti conoscessimo e poi sei andato via.
Ci hai lasciati soli… Non lo hai fatto.
Ci hai lasciati nel tuo Amore.
Dove sei ora?
Sei tra le mani,
le mille mani di uomini e donne,
mani che hanno bisogno di me.
Sei tra i cuori feriti e piagati
che giorno dopo giorno
desiderano le mie cure…
Sei tra le lacrime di volti sofferenti,
quei volti che nascondono Te,
volti che oggi fissano me.
Sei tra la gente,
lungo le strade del mondo,
lungo le strade che per mille strade,
portano ancora a Te.
E di questo devo dire grazie anche a mio padre…
Ha percorso prima di me quelle strade
quelle che portano al Padre.
Grazie…. Il tuo post si trasforma in catechesi per le mie orecchie. Si trasforma in riflessione. Ancore una volta riflessione sulla figura di Giovanni, ancora una volta riflessione sulla domanda "Che cercate?". Sono le domande "a timpulune" che ti fanno scuotere la testa e in questo movimento di neuroni sparsi, nascono i giusti pensieri. Mettersi in crisi sembra il primo passo da compiere…. io cosa cerco? e tu, cosa cerchi?