Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare…

  • In perfetta linea e in sintonia con la seconda lettura di oggi mi sono ritrovato a dare ragione agli altri della speranza che è in me… o forse in prima istanza dovrei darne a me stesso di ragione. Forse sarebbe più facile andare a caccia di androidi, pensando ad una possibile risposta alla domanda se gli androidi sognino per caso pecore elettriche…
  • Ritrovarsi a confronto con gli altri e pensare al ruolo che si ha nell’annuncio kerygmatico, alla novità assoluta di un Vangelo che è innanzitutto lieta novella, annuncio di una vita nuova in Cristo, è una cosa che mi allena alle sfide del futuro.
Oltre ad una sana inquietudine questi due sono i temi che mi accompagnano,in una sana incoscienza del cammino di chi va incontro ad un ruolo che sa sempre più di assimilazione a Cristo, lungo la via verso il lettorato. Una strada che è tensione continua verso l’unico Modello di riferimento cha ha avuto uomini straordinari, testimoni della fede, capaci di renderlo presente, capaci di presentare degnamente Cristo agli uomini di questi due millenni.
 
E ora?
Annuncio… mi si chiede di dovermi fare annunciatore di quella Parola, la Parola, per portarla tra le pieghe del mondo d’oggi, laddove parlando di Lui ascolto loro, entro in contatto con gli uomini e le donne lontani, quelli che in fondo “non capiscono” le “ingiuste ingiustizie” di una Chiesa che fa questo e che fa quello, che vieta una cosa e ne permette un’altra…
 
Non lo so, non lo so, assorto in problemi che sembrano di astrofisica, sentendo parlare un professore di relazioni trinitarie nella Trinità, rapportandomi poi ad un mondo in cui certe cose sono solo lontane anni luce… che devo fare? Come annunciare il tuo Amore e renderlo presente agli uomini e alle donne di buona volontà? Come dire non temere, il Signore è con te, lui non ti vuole bene, lui ti ama!
 
È forse un passaggio al limite… ma quella variabile che è il tempo, almeno per l’uomo non può essere infinita, una variabile così, come il tempo dell’uomo, non può andare all’infinito, deve assumere valori che rientrano nella normale vita dell’uomo, deve essere dello stesso ordine di grandezza di quanti vivono sulla Terra.
Il passaggio al limite, poi, prevede un risultato ben più interessante… perché in realtà non è una semplice operazione matematica: il limite da superare è quello della nostra esistenza, il passaggio dal nostro essere codardi al nostro essere coraggiosi o forse più smplicemente un passaggio da un semplice “tvb”, ad un “tu vivrai benedetto”, “tu vivrai benedetta”… Credetemi un miglior modo non ho trovato per dire alle persone, con le quali condivido questi giorni di vita sulla terra che non solo hanno il mio affetto ma che soprattutto hanno dalla loro parte chi abita più in alto del mio umile piano terreno…
 
 
Per una migliore comprensione di questo intervento si consiglia la previa visione del capolavoro di Ridley Scott "Blade Runner", tratto dal romanzo di P.K. Dick del 1968 Do Androids Dream of Electric Sheep? (Il cacciatore di androidi pubblicato anche come Ma gli androidi sognano pecore elettriche? e Blade Runner) 

 

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