Papavero

Passo dopo passo
mi sono avvicinato a te…
 
Per caso lungo la strada
mi ha colpito la tua esistenza:
muto, hai parlato
usando parole fatte di immagini.
 
Fermo, tra il marciapiede ed un muretto,
solitario, il vento come compagno.
 
Ti ho osservato in questi giorni.
Immobile … Non io, ma tu.
I miei passi rapidi verso di te,
poi lontani da te.
 
Solo il vento carezzava i tuoi petali rossi,
il sole scaldava il tuo piccolo stelo.
 

Una risposta a “Papavero”

  1. …mi hai fatto ricordare dell’attenzione rivolta a dei papaveri, o piuttosto all’attenzione risvegliata in me da alcuni papaveri… stavo andando all’univarsità, in treno, e come spesso faccio, mi chiedevo tante cose a cui non trovavo risposta… spesso l’esistenza sembra solo un attimo inutile che scivola via, qualsiasi cosa tu faccia non cambierà il mondo (sono pensieri nuovi che un pò mi spaventano, perchè fino a pochi mesi fa non avrei mai detto una cosa del genere), ma soprattutto mi chiedevo l’utilità della preghiera, l’utilità, ad esempio, di tutte quelle persone che scelgono di dare la vita in un monastero…e non trovavo risposta…e quei papaveri lì, accanto ai binari, "inutili", potevano essere visti solo da chi era in treno, sembravano dirmi: "non l’utilità, ma la bellezza" …stanno lì, muti, ad innalzare il loro grazie al Creatore e a rendere più bello il paesaggio viaggiatori stanchi…

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