Bucce

Dove trovi Dio nella tua vita? Se dovessi farmi una domanda del genere credo che l’unica possibilità di risposta potrebbe consistere nell’insistere sulla "banalità" della mia vita. Nella quotidianità ordinaria, quella che crediamo essere così "banale", che ci spinge a vivere banalmente, attimo per attimo, che ci spinge a sognare, volare, evadendo dalla realtà che dovrebbe vederci invece attori protagonisti, non semplici comparse. Dove incontro Dio? Nel mio quotidiano, nel mio ordinario, nel mio essere Massimiliano. Non altri. Ma essere semplicemente me stesso. Riconoscendomi. Chiamandomi per nome, lo stesso nome che ci è stato dato. Lo stesso.
Nell’esperienza del quotidiano incontriamo Dio come il Signore che ci salva, nelle ferite che si susseguono, nei giorni in cui, per vari motivi abbiamo il cuore ferito, il cuore interrogato da domande alle quali non sappiamo dare risposta, domande che sono state fatte da persone che non vogliono più sapere la risposta. E allora le domande sono nostre o degli altri? Le domande sono… rimangono, sospese, in attesa.
 
 
Dalla finestra si vedono solo alberi di arance…
Carichi di frutti tondi, succosi.
 
Se chiudo gli occhi posso sentirne il profumo.
L’aria sembra esserne piena.
 
Mi spinge a sorridere,
è una foto, un quadro,
mi vien da ridere al solo pensiero:
una mano, ora, coglie dei frutti.
 
Di te parlerò al vento…
porterà con se le mie parole,
ed il profumo degli agrumi.

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