Parole che non sappiamo di avere. Parole che sanno di amore. Parole che parlano dell’Amore. Sono quelle “difficili”, quelle che nessuno ci ha forse mai detto di dover usare. Sono le parole che sgorgano dal nostro cuore, improvvise, un fiume in piena si riversa dalla nostra bocca fino a travolgere il nostro interlocutore, molto spesso lontano, molte volte pure assente. Perché non sa di quello che stiamo scrivendo, magari pur sapendolo ci ignora, non respinge nemmeno la nostra fatica immane di controllarci. Semplicemente ignora.
Ignoriamo allo stesso modo le persone che abbiamo accanto. Gli amici… ancor di più i familiari, i nostri genitori. Sarà il periodo critico che si avvicina, sarà chissà cosa, credo sia doveroso dire grazie “almeno” a loro, ai nostri genitori…
Periodo critico… perché durante il periodo di Natale del 1991 mio padre cominciò a stare sempre più male… mio padre (quando sei piccolo pensi i tuoi genitori come indistruttibili, quasi dei supereroi, pensi che loro saranno sempre con te)… per poi morire nel 1992, il 12 gennaio, a pochi giorni dal mio compleanno. Allora il clima del prepararsi per il Signore che viene, assume anche i contorni di una memoria personale della propria vita. Episodi. Parte della mia vita che si ripresenta puntualmente. Oso dire che sia la mia personalissima Pasqua. Oso, ma non troppo. Rivivo mentalmente tutto quel periodo, ritorno indietro a quei giorni passati, quelli che pensi di aver relegato nel passato, quelli che invece ritornano. Sempre. Anno dopo anno sono li. Aspettano te, aspettano me. Anche se in fondo non li avresti voluti mai, loro sono lì che ti aspettano, mi aspettano. Andiamo incontro. Affrontiamoli, ogni anno in modo sempre più maturo, perché in fondo gli anni passano, aumentano di numero sul calendario, aumentano anche su di noi, ci facciamo forti, siamo resi forti dalla vita che viviamo.
Non è ancora il tempo della memoria, so solo che il periodo si avvicina, mi preparo, non servono Novene, stellari o chissà cosa per prepararsi, basta accendere una corona, a metà tra una corona d’Avvento ed una corona di spine. Ma quei giorni, i miei giorni arriveranno. Arriveranno.
Intanto pensando al futuro mi fiondo a scrivere un piccolo grande grazie a mia madre… in questi anni mi ha cresciuto, mi ha visto crescere, mi ha dato il sostegno per andare avanti… ed anche guardando il suo viso stanco non posso che dire che le voglio bene… anche se a volte ho fatto i capricci… o forse li ha fatti anche lei… la ringrazio, perché mi riserva sempre la possibilità di stupirmi, è una bellissima cosa! Ringrazio mio padre, ringrazio lei, per avermi concepito, per aver accolto nella loro vita la mia vita, aver ricevuto un dono dall’Alto… ed ora sono in cammino per donarmi agli altri per Colui che è lassù in alto!
Stupirmi… come il suo messaggio, il suo sms nel quale mi diceva che si era dimenticata a ringraziarmi per tutto quello che faccio per lei… assurdo! Ed io invece… non la ringrazio mai abbastanza… magari lo facessi! Se faccio quello che mi chiede di fare lo prendo come un comando seccante, sbuffo, digrigno, ringhio ed eseguo l’ordine… e chissà quante richieste "assurde" ha dovuto sentire da parte mia in questi anni!
Ordine. Bisogna fare ordine. Passare dal caos al cosmos…
È anche un modo di prepararsi al cammino d’Avvento, cominciando a togliere un po’ di disordine dalle nostre stanze polverose e piene di cianfrusaglie. Pensiamo a prepararci per uscire il sabato sera, puliti, perfetti, impeccabili… per poi rimanere sempre uguali l’indomani, la Domenica, giorno di incontro festoso con Lui, in un giorno glorioso. E se dovesse domandarci? Cosa potremo rispondere? Ah si, scusaci, eravamo troppo intenti con i preparativi del sabato che abbiamo messo in secondo piano quelli della Domenica… Eravamo troppo intenti a “scimmiottare” la sua immagine… pensavamo di poter essere perfetti come Lui è Perfetto!
Una volta pulita la camera, passeremo il tempo a sistemare un paio di cose, un quadro, delle luci, un nuovo tavolo, la sedia… ed alla fine troveremo pure il tempo per mettere dei ninnoli graziosi, quasi fossero dei fregi di particolare bellezza artistica, come dei baci avuti dalla propria mamma, senza averli chiesti, prima di andare a letto…
Ma è solo un altro grazie da aggiungere alla lista…