1982, avevo solo 6 anni, ricordo come fosse appena ieri uno strano gioco che andava di moda proprio in quei tempi. Che gioco!
se non ve lo ricordate, evidentemente, avete molto meno di trentanni, e per voi gli anni 80 sono soltatno parte di una canzone di Raf.
Quel simpatico nasone che saltava da una faccia ad un’altra di cubi disposti su una piramide. Non lo ricordate? Allora avete meno di trentanni, molto meno…
Ricordo Q-bert e lo associo con una riflessione, quella della contemplazione. Come mai?
Ecco di seguito spiegato…
La nostra vista per quanto stereoscopica possa essere è "purtroppo" limitata… Ad esempio, se prendiamo un cubo tra le mani (ecco perché Q-bert…) e lo guardiamo frontalmente, dei quadrati che lo compongono, dei sei quadrati, ne vediamo solo uno. Se lo facciamo ruotare attorno ad un asse verticale, ecco, che poco alla volta vedremo anche una seconda faccia, uno a due, non di più… e se cambiassimo asse di rotazione? "Fortuna" vuole che le facce diventino tre. Mai più di tre. Tre rimarranno sempre nell’ombra, per lo meno nascoste alla nostra visione.
Questo segna il limite al nostro vedere, al nostro entrare dentro le cose, ci fermiamo alla loro esteriorità, non andiamo oltre la fisicità, quello che vediamo, quello che possiamo vedere. Il resto? Nascosto.
La nostra visione stereoscopica da’ solo la profondità… o no? Non aggiunge altro. Tre facce su sei. È un bel risultato, il migliore che possiamo ottenere.
Questo è vedere.
Contemplare è vedere anche le altre tre facce. Conteplare è andare oltre quelle tre dimensioni, aggiungerne altre tre, quelle che non vediamo. La realtà, uno spazio a tre dimensioni è sempre la stessa, ne aggiiungiamo altre tre… diventa uno spazio a sei dimensioni? E il tempo? lo aggiungiamo come una variabile?
Non possiamo da soli perderci in discorso che sanno di geometria o fisica ad n-dimensioni, per vedere le altri parti del cubo abbiamo bisogno di altri occhi… altro che visione stereoscopica. Abbiamo bisogno di occhi non nostri ma di Altro. Abbiamo bisogno dei Suoi occhi per vedere dentro l’altro. Contemplare l’altro. Restare in silenzio davanti l’altro, guardandolo con gli occhi d’Altro. Con la pzienza propria del tempo dell’Altro. Restare davanti all’altro con il suo silenzio. Non guardare il suo silenzio, ma contemplarlo… attimo dopo attimo, in un tempo che sa sempre più di eterno. Di Eterno.
Ascoltare il suo silenzio, questo lo faremo dopo…
e dai volevo dire ke alla fine è stato pure divertente!! nn mi dire ke te la sei presa vero!!^^
cmq se la prossima volta vuoi organizzare spettacoli comici oltre ke catechesi..x me va bene uguale!!=)
ciauuu e grazie delle tue CATECHESI^^