Cara Daniela, eccoti una risposta "estesa" alla tua, stranamente acuta osservazione…
Partiamo da un dato di fatto, assiomatico: il mio cuore riposa in Dio…
Se poi mi sveglio alle 4 del mattino, vuol dire che lassù o si alzano presto o forse il Capo non riposa mai…
Nel cuore di ogni uomo trovano spazio i più disparati pensieri, le più dolci e fragili richieste, le più sincere domande inespresse.
Trovano spazio ricordi, suoni, immagini… trovano spazio persone care, amici, davanti o vivendo poi alla luce dell’Amore più grande trovano posto anche i nemici!
Ma se da una parte guardiamo ancora con sospetto chi ci “vuol male”, (maledetta “natura umana”!), dall’altra non trascuriamo di curare rapporti con persone che definiamo, successivamente, amiche, compagne di viaggio, con o senza scarpe, viaggiano con noi, viaggiamo insieme.
Poi facendo luce con una torcia di quelle ricaricabili, ecologiche, a manovella, spostando incrostazioni, ragnatele, facciamo caso alla sistemazione dei nostri cari all’interno delle cavità cardiache…
Esiste una linea che separa gli amici buoni da quelli “cattivi”… esiste, si trova in una parte del nostro cuore. In una parte teniamo serbati gli amici comuni, quelli di ogni giorno, quelli che sappiamo essere nel nostro cuore un po’ per caso, un po’ per necessità, un po’ per tradizione, un po’ perché da sempre li riteniamo amici. Nell’altra parte trovano posto coloro che riteniamo essere amici lontani, non mi dilungo sui motivi della loro lontananza, posso solo dire che sono lontani per colpe nostre o loro, necessità mutuate, stati d’animo inespressi o non compresi… vuoi o non vuoi alla fine ci si ritrova lontani.
Tutti gli amici abitano nel nostro cuore comunque, in luoghi separati… perché? Perché vivere così, mi ha chiesto qualcuno oggi… perché tenerli separati? Non stanno con Dio? come se fosse importante sapere in quale parte abitasse.
Ebbene si, tutti stanno con Dio, perché il mio cuore riposa in Dio!
Allora perché questa distinzione? Perché di alcuni sono certo del loro riposare nel cuore di Dio, di altri chiedo incessantemente, nella preghiera, di dar loro una coscienza del loro dimorare tra le mura del Padre. O forse di maturarla noi questa coscienza: uniti, insieme, mano nella mano, tra quelle pareti, siamo certi di camminare già con loro, nella loro lontananza si avverte di nuovo il nostro essere vicini, ritrovati. Essere degli amici ritrovati. Come in un libro, incontrarsi nuovamente, con storie di aquiloni, brevi racconti o poesie, essersi rincontrati, volutamente, mai per caso.
Amici lungo strade comuni, polverose, battute dal sole e dal vento. Amici. Vicini o lontani sentire di appartenersi perché a Lui apparteniamo. Camminare muovendo piccoli passi.
Piccoli passi che non fanno rumore, per non avere paura di svegliare qualcuno nel cuore della notte, cuore non nostro, non costruito da mani d’uomo…
Il commento è doveroso…Grazie per avermi citata nel tuo blog…Ne sono davvero onorata.Spero d fare tante altre acute osservazioni in modo ke ritrovi il mio nome nel tuo blog 😉 Ti voglio bene.