Ho trovato una "brevissima" riflessione di Dietrich Bonhoeffer all’interno di una lettera scritta alla sua fidanzata alla fine di aprile del 1944.
Una riflessione che sposo ben volentieri, una riflessione che lascio sposare con i miei "fantasmi"… e credo che un po’ tutti ne abbiamo, chiamateli fantasmi, chiamateli scheletri dentro l’armadio, chiamateli come volete, chiamateli semplicemente passato…
"…Ultimamante hai scritto che serve ben poco che qualcosa di passato sia stato buono e bello, una volta che è passato. Anch’io l’anno scorso, e in particolare all’iniizio, ho combattuto spesso con questo pensiero. Ma ho capito che è molto pericoloso e sbagliato, e che quindi non bisogna dargli spazio. Non dobbiamo perdere il nostro passato, esso ci appartiene e deve rimanere un pezzo di noi, altrimenti precipiteremo nell’insoddisfazione o nella malinconia. Dobbiamo continuamente far passare tutto ciò che è passato attraverso il bagno purificatore della riconoscenza e del pentimento. Certo, è passato, ma è il mio passato, e come tale esso resta attuale attraverso la profonda e disinteressata gratitudine per i doni di Dio e attraverso il pentimento per il nostro essere imperfetti, con cui ogni volta roviniamo questi doni. Così possiamo pensare al passato senza tormento, anzi, traendone ogni energia. Su tutto ciò che è passato sta la bontà di Dio e il perdono di Dio."
Meditare…
il passato è il nostro presente.condizionato da ciò che abbiamo fatto visto o detto.
il passato è l’inizio del nostro crescere sia come uomini che come credenti………
il passato è il trampolino di lancio per migliorare il nostro essere …………..
ciao nuovogiorno